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    “Tr**ia ti stupro”: Casal Bruciato, buona festa della Mamma

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 8 Mag. 2019 alle 19:20 Aggiornato il 9 Mag. 2019 alle 00:23

    I figli sì, ma non quelli “belli e confezionati dall’Africa”, le mamme sì, ma che sia una e che sia italiana.

    Il grembiule blu e i “lavoretti” fatti a scuola, quelli però realizzati solo da bimbi italiani per mamme italiane.

    > Casal Bruciato: cosa sappiamo finora sulle proteste nella periferia di Roma

    L’Italia e la Festa della Mamma. La mamma, ma non quella rom da chiamare “troia” e stuprare, quella italiana, buona solo se remissiva, meglio se cattolica, meglio ancora se muta.

    Ecco il volto di un Paese abbastanza ipocrita da santificare e crocifiggere al momento opportuno, per poi dimenticare, cestinare.

    I fatti sono questi: dopo aver partecipato e vinto un bando indetto dal Comune di Roma, una famiglia bosniaca di 14 persone sta per trasferirsi nell’alloggio popolare che le spetta nel quartiere romano di Casal Bruciato. Appena la notizia si diffonde, scoppia la protesta che sfocia in violenza vera.

    Casal Bruciato Roma

    Il contesto impone l’intervento delle forze di polizia che devono scortare l’intera famiglia per entrare in possesso del legittimo alloggio. Ed ecco la foto-cartolina: una mamma costretta a proteggere la propria bambina tenendola in braccio, riparandola come in fuga dalla guerra. (qui il racconto della giornata del 7 maggio a Casal Bruciato).

    Ma la guerra non c’è, e l’unica che si dice di combattere è quella tra poveri in cui dei forsennati, anche loro figli e forse padri, chiamano “troia” una donna colpevole di voler vivere dignitosamente, portando il lessico dell’odio come arma di distruzione di massa.

    Quel “troia” ripetuto senza vergogna, senza pudore e con orgoglio è la voce di un delirio che prosegue a oltranza sotto l’abitazione di 14 disperati. Disperati come noi.

    Quella madre definita “troia” non viene difesa da nessuno, purtroppo, da nessuno che conta. I vice-premier sono troppo impegnati nella finta querelle su CasaPound-fascismo-antifascismo per poter prendere posizione, difendendo in modo categorico una donna, ancor prima che mamma.

    Allora buona Festa della Mamma al Paese ipocrita che traveste la propria frustrazione per disperazione, che confonde le carte e gioca sul malcontento popolare per poter gridare la qualunque.

    Tanto tra pochi giorni i regali per la mamma saranno pronti e buoni, le frasi fatte pronte a invadere i social, e i biglietti incelofanati acquistati all’ultimo secondo.

    “I bambini hanno paura”. casal bruciato roma mamma

    “I bambini hanno paura”, ripetono i genitori barricati in casa, prigionieri di quelle mura duramente conquistate.

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