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    Crisi Covid, 3mila imprenditori milanesi chiedono i danni al Governo: “Chiediamo risarcimento per i mancati guadagni”

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 28 Gen. 2021 alle 15:40

    Una lettera di “messa in mora” degli imprenditori milanesi al Governo in cui si chiedono danni pari “all’80 per cento del fatturato del 2019”. È questa, secondo quanto riporta l’AGI in anteprima, l’iniziativa che stanno per far partire più di tremila titolari di attività che si sono riuniti nel ‘Comitato Partite Iva’. Secondo i rappresentanti del Comitato, “l’obiettivo è quello di ‘mettere in mora’ il Governo affinché risarcisca le piccole imprese dei mancati guadagni dovuti alle restrizioni del lockdown”.

    “L’iniziativa – spiega Paolo Polli, che ne è tra gli ideatori – si ispira a una analoga del 2011 quando la crisi portò al suicidio di numerosi imprenditori. All’epoca, vi fu una denuncia di massa contro il Governo, presieduto da Mario Monti e poi da Gianni Letta, con più di 150mila denunce. Il risultato fu l’emanazione della legge 3/2012 che consentì a chi era rimasto indietro di poter saldare i debiti verso le banche ed Equitalia secondo le proprie possibilità”.

    Al momento, per i piccoli imprenditori lombardi è corsa in soccorso la Regione Lombardia che ha stanziato 18.377.000 euro “a beneficio dei lavoratori autonomi con partita Iva attiva non iscritti al Registro delle imprese” e il bonus previsto è di 1.000 euro, che va a “completare e integrare i ristori previsti dai provvedimenti statali e da quelli già attivati a livello regionale”. Ma questi fondi evidentemente non sono sufficienti a coprire i mancati guadagni dei tanti imprenditori schiacciati dalla crisi.

    Polli ha precisato che questo è “un atto prima della denuncia, nel senso che se non ci viene dato quello che ci spetta ci rivolgeremo agli organi competenti. Sono coinvolti anche i dipendenti, non solo i titolari”. Un pool di avvocati invierà per conto di queste persone una Pec di ‘messa in mora’ al Governo. Polli sottolinea “la gratuità dell’iniziativa dal momento che molti non si possono permettere ora di pagare un avvocato”.

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