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    Galli a TPI: “Attenzione al weekend, ora serve un forte segnale o rischiamo”

    Intervista al direttore del Reparto malattie infettive dell'Ospedale Sacco di Milano: "Sta succedendo esattamente quello che avevo previsto. Focolai diffusi in tutta Italia e inizia già a esserci una certa pressione sugli ospedali. Il prossimo week end va condotto in maniera meno garibaldina. Il vaccino antinfluenzale? Importante farlo, purtroppo alcune Regioni hanno avuto grossi problemi di approvvigionamento"

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 9 Ott. 2020 alle 19:33 Aggiornato il 9 Ott. 2020 alle 19:46

    Coronavirus, l’infettivologo Massimo Galli commenta i dati di oggi

    Sono 5.372 i contagi da Coronavirus registrati nelle ultime 24 ore in Italia secondo il bollettino diffuso venerdì 9 ottobre 2020 dal ministero della Salute e dalla Protezione Civile: un record che preoccupa. II 25 marzo, quando l’Italia era in pieno locdkown, i positivi erano stati 5.210 in un giorno. E nella giornata di lunedì 5 ottobre il bilancio è stato di 2.2476 persone infette: significa che la curva epidemiologica è aumentata di oltre 3mila contagi in soli quattro giorni. “È esattamente quanto prevedevo, e purtroppo si conferma un trend rispetto al quale bisogna dare un forte segnale di ripresa del controllo perché altrimenti la questione certamente non va in una direzione favorevole”, commenta a TPI Massimo Galli, direttore del reparto di malattie infentive dell’Ospedale Sacco di Milano, subito dopo aver appreso i dati di oggi.

    Nella giornata di ieri sono stati effettuati 129.471 tamponi, oltre 1.000 in più del giorno precedente, e a questo aumento corrisponde anche il divario tra i contagi registrati giovedì e quelli registrati oggi, cosa significa?
    Certamente il numero di tamponi condiziona: se cerchi trovi, se cerchi di più trovi di più. Però questo non vuol dire che non ci sia una crescita importante delle infezioni, una crescita davvero rilevante. Il dato più che alto dimostra la presenza di focolai diffusi in tutta italia, e il punto non è chiedersi se siamo alla seconda ondata, ma evitare che arrivi. L’elemento chiave è che certamente queste persone che vengono individuate sono asintomatiche o con pochi sintomi, solo una parte ha sintomi importanti e sta richiedendo ospedalizzazioni. Ciò non toglie che una certa pressione i reparti cominciano già ad averla, che si stanno verificando situazioni in cui devi riaprire parti di ospedali, in preparazione di eventi che ci auguriamo non arrivino, e che diversi reparti di malattie infettive in giro per l’Italia siano di nuovo pieni di Covid.

    A cosa dobbiamo questo dato record? Il trend crescerà ancora nei prossimi giorni?
    Ma se l’aumento di contagi si è verificato in tutta Europa, di cosa ci meravigliamo? È il frutto del comportamento dei giorni precedenti: i positivi di oggi non sono quelli che si sono infettati ieri, ma quelli che si sono infettati nei scorsi giorni e quindi non mi aspetto un declino del trend a brevissimo. Certo sabato e domenica come al solito ci saranno meno tamponi e avremo meno casi, però lunedì ne vedremo di nuovo parecchi. E da qui a lunedì o finanche a metà settimana prossima la tendenza non può essere invertita. Sono le cose che iniziamo a fare adesso che avranno un impatto, ad esempio il prossimo weekend va condotto in maniera meno garibaldina, meno disattenta e più partecipata verso la prevenzione, questo potrà cominciare a essere un segnale per osservare un declino delle infezioni.  Il trend era questo, l’abbiamo già detto in tanti da diverso tempo quel che è capitato quest’estate non ha aiutato né favorito.

    Da alcuni studi scientifici è emerso che il vaccino contro l’influenza può ridurre il rischio di contagio e di mortalità da Covid-19. Ritiene queste pubblicazioni affidabili?
    La vaccinazione antinfluenzale è importante in quanto tale, ci sono diversi lavori tra cui uno effettuato anche dal nostro Istituto che suggeriscono che chi si è fatto il vaccino antinfluenzale possa essere meno soggetto a infettarsi per il Coronavirus, non per una immunità crociata, non perché il vaccino protegga da questo punto di vista, ma perché probabilmente se non ti ammali d’influenza il tuo apparato respiratorio e le tue cellule riescono a difendersi meglio dal Coronavirus che arriva. Questo è quello che ipotizziamo. Ma i due virus sono talmente diversi tra loro che è difficile pensare che gli anticorpi contro l’uno possano essere validi contro l’altro.

    Ma alla luce del trend in aumento, dovremo effettuare più vaccini rispetto agli anni precedenti?
    È importante che la vaccinazione venga fatta, purtroppo alcune Regioni hanno avuto grossi problemi di approvvigionamento.

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