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    “Mascherine a 50 centesimi? Prezzo troppo basso”: la rabbia di Confcommercio

    Di Antonio Scali
    Pubblicato il 28 Apr. 2020 alle 15:01 Aggiornato il 28 Apr. 2020 alle 15:03

    “Mascherine a 50 centesimi? Prezzo troppo basso”: la rabbia di Confcommercio

    Nel corso della conferenza stampa di domenica scorsa, 26 aprile, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato le misure studiate dal governo per la cosiddetta Fase 2 dell’emergenza Coronavirus, quella della convivenza con il Covid-19. Tra le novità, ha spiegato il premier, “i prezzi di mercato delle mascherine saranno calmierati, avremo un prezzo giusto ed equo intorno a 0,50 centesimi per le mascherine chirurgiche.

     

     

    Se i consumatori possono dirsi soddisfatti di questo prezzo calmierato, stessa cosa non si può dire per i commercianti. In particolare la vicepresidente di Confcommercio, Donatella Prampolini, è andata su tutte le furie: “Con le attuali dinamiche di mercato, il prezzo massimo di 50 centesimi è una cifra che non sta né in cielo né in terra”, contestando la cifra indicata dal governo per la vendita delle mascherine e sottolineando che le aziende hanno in carico le mascherine ad un prezzo maggiore.

    Per questo Confcommercio chiede di rivedere il prezzo di vendita delle mascherine, con cui dovremo necessariamente convivere nei prossimi mesi, portandolo ad almeno 60 centesimi. “Altrimenti – dice Prampolini – l’effetto immediato sarà che smetteremo di importarle. Oppure ci trovino un canale pubblico attraverso il quale fare grandi commesse garantite ad un certo prezzo e ce le mettano a disposizione. Intanto molte aziende hanno bloccato vendite e ordini”. La vicepresidente dell’associazione denuncia inoltre una mancanza di confronto da parte del governo.

    Intanto il commissario Arcuri ha raggiunto un accordo con quelle farmacie che avevano acquistato mascherine e dispositivi di protezione a un prezzo superiore ai 50 centesimi, e alle quali verrà garantito un “ristoro e assicurate forniture aggiuntive tali da riportare la spesa sostenuta, per ogni singola mascherina, al di sotto del prezzo massimo deciso dal governo”. È quanto prevede un accordo firmato dal Commissario straordinario Arcuri con l’Ordine dei farmacisti, Federfarma e Assofarm.

    Sulla linea di Confcommercio anche il presidente del Veneto Luca Zaia: “Se il Governo fissa a 50 centesimi il prezzo per una mascherina tutta la produzione nazionale sparisce, perché quello è il prezzo alla produzione delle mascherine italiane. Noi per equilibrare il mercato abbiamo comprato mascherine chirurgiche fatte in Veneto e il prezzo era a un euro. Bisogna dare un aiuto alle imprese nazionali per permettere loro di stare sul mercato”.

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