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    Esclusivo TPI – Il governo ha messo fuorilegge la Cannabis light per mano della ministra Gelmini

    La Cannabis a basso contenuto di Thc diventa illegale con il consenso delle lobby farmaceutiche, delle associazioni cattoliche e della destra

    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 12 Gen. 2022 alle 18:36 Aggiornato il 12 Gen. 2022 alle 19:38

    Il governo ha messo fuorilegge la Cannabis light per mano della Gelmini

    La Cannabis light, quella a basso contenuto di Thc, torna a essere illegale al pari di altre sostanze stupefacenti: è quanto stabilito dalle nuove regole sulla produzione votate il 12 gennaio dalla Conferenza Stato-Regioni, l’istituzione dove il Governo acquisisce l’avviso delle Regioni sui più importanti atti amministrativi e normativi di interesse regionale, insieme al ministero dell’Agricoltura.

    Il decreto approvato, al punto 4, fa sottostare «la coltivazione delle piante di Cannabis ai fini della produzione di foglie e infiorescenze o di sostanze attive a uso medicinale» al Testo Unico sugli stupefacenti, tabella 309/90, a prescindere che vi siano o meno sostanze psicoattive al di sopra dei limiti della legge sulla filiera agroindustriale della canapa del 2016.

    In virtù di questa interpretazione dalla data di efficacia del decreto, tutti i coltivatori e i rivenditori di infiorescenze di “cannabis light” diventeranno passibili delle sanzioni derivanti dall’apparato penale del DPR 309/90 che ne vieta la coltivazione senza un’autorizzazione da parte del Ministero della salute.

    Una decisione che, secondo Luca Fiorentino, CEO dell’azienda leader nel campo Cannabidiol Distribution, rischia di “far chiudere l’intera filiera da un giorno all’altro perché di fatto per la legge italiana diventiamo degli spacciatori veri e propri spacciatori”.

    “Di fatto, è un importante assist alle case farmaceutiche, che diventano le uniche a poter produrre fiori, condannando a chiudere 3mila imprese, di cui la maggior parte imprese agricole” aggiunge Fiorentino.

    Quello che stupisce della norma è il tempismo. La modifica viene introdotta in un momento storico cruciale: la cannabis vera e propria è stata legalizzata a Malta, Lussemburgo, la Germania ha messo nel programma di governo la legalizzazione e in Italia la Cassazione ha dato il via libera al referendum sulla legalizzazione che si terrà in primavera e che aveva raccolto più di 600mila firme.

    “Questo gravissimo riportare l’orologio indietro avviene a pochi giorni dalla prima riunione del tavolo tecnico tra Ministero della Salute e associazioni di pazienti cannabis, voluto dal sottosegretario Andrea Costa per ascoltare le esigenze di approvvigionamento quantitativo e qualitativo” spiegano a TPI Marco Perduca e Leonardo Fiorentini, tra i promotori del referendum sulla Cannabis.

    “Perché delegare alla Conferenza Stato Regioni un provvedimento che, letteralmente, fa di tutta l’erba un fascio rischiando di mettere fuori gioco l’intera filiera delle infiorescenze e prodotti a base di CBD?” continuano i due.

    “Ci appelliamo ai Ministri competenti perché modifichino il Decreto all’art. 1 comma 4. Nel caso contrario organizzeremo una risposta coordinata tra pazienti e imprenditori per mandare in soffitta definitivamente provvedimenti anti-scientifici e ideologici”.

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