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    Bambino ucciso a Milano, parla un parente: “Il padre è un uomo violento, merita l’ergastolo”

    Foto: Matteo Bazzi / Ansa
    Di Clarissa Valia
    Pubblicato il 24 Mag. 2019 alle 16:30 Aggiornato il 24 Mag. 2019 alle 16:41

    Bambino ucciso Milano parente testimonianza | “Si merita l’ergastolo. È un tipo irascibile e violento: la mia famiglia non gli parla da due anni, da quando mi ha aggredito senza motivo colpendomi alla testa con la fibbia della cintura. Ho ancora la cicatrice. Se lo avessi trovato prima della polizia lo avrei ammazzato, non c’è dubbio”. Queste le parole del prozio di Aljich Hrustic, l’uomo che ha confessato di aver ucciso il figlio di 2 anni e 5 mesi, Mehmed, trovato morto la mattina di mercoledì 22 maggio a Milano.

    Già dalle prime testimonianze raccolte dall’Ansa, poco dopo la notizia del decesso, la morte del piccolo sembrava essere di natura violenta e per mano del padre. L’uomo è subito diventato il principale sospettato della tragedia perché all’arrivo della polizia non era in casa ed era irreperibile. Dopo qualche ora Hrustic, è stato fermato dalla polizia ed è stato arrestato. Poi ha confessato il delitto.

    Ieri Bardo Secic, familiare dell’indiziato, non appena ha appreso la notizia della morte del bambino, si è precipitato davanti al portone dello stabile dove abita la famiglia per raccontare episodi di violenza passati.

    Hrustic è stato individuato poche ore dopo in un appartamento in zona Giambellino, non lontano dalla sua abitazione. Gli investigatori avevano localizzato il suo cellulare ma temevano che se ne fosse liberato durante la fuga.

    >Bambino di due anni ucciso a Milano, chi è il padre 

    La vicenda – Lividi, una ferita alla testa e altri segni di violenza. Così è stato trovato il corpo senza vita del bambino di due anni nell’appartamento di via Ricciarelli 22, nella zona di San Siro a Milano, mercoledì 22 maggio.

    La telefonata al centralino del 112 è arrivata di mattina presto. A chiamare i soccorsi era stato proprio il padre del piccolo. Ma all’arrivo della polizia in casa c’era soltanto la madre, Silvija Zahirovic, una donna croata di 23 anni.

    I soccorritori quando sono arrivati nell’appartamento hanno trovato il bambino già deceduto. Nella chiamata ai paramedici il genitore in lacrime ha dichiarato che il bimbo aveva problemi respiratori, ma quando sono arrivati sul posto il piccolo era già senza vita.

    Dalle prime ricostruzioni pare che il bimbo avesse i piedi legati, lividi e una ferita alla testa la cui natura non è stata ancora chiarita. Sul pianerottolo della palazzina popolare gli inquirenti hanno trovato tracce di sangue.

    La madre ha dato la colpa al marito. Entrambi i genitori hanno precedenti per reati contro il patrimonio.

    “Non riuscivo a dormire, mi sono alzato dal letto e l’ho picchiato”, sono state le parole pronunciate da Rhustic. E si tratta dell’unica spiegazione che gli investigatori sono riusciti a raccogliere. La confessione è avvenuta davanti agli investigatori della Squadra Mobile di Milano e al pm Giovanna Cavalleri.

    La tragedia ricorda quella dell’omicidio di Cardito dello scorso 27 gennaio, quando Giuseppe, bambino di 6 anni, è stato ucciso a botte dal compagno della madre, l’italo-tunisino Tony Essobti, 24 anni.

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    Bambino ucciso Milano parente testimonianza | L’inchiesta

    Il 24 maggio, due giorni l’omicidio, il gip di Milano, ha convalidato il fermo per Hrustic ed emesso una misura cautelare in carcere. Il giudice ha considerato “il concreto pericolo di reiterazione del reato” che il “pericolo di fuga”. L’autopsia sul corpo del piccolo è stata fissata per i giorni successivi. L’esame darà la possibilità di capire se il piccolo ha subito violenze anche nei giorni precedenti al delitto. Quando è stato ritrovato morto il piccolo aveva i piedi fasciati.

    Nei confronti di Hrustic  è stata emessa una misura cautelare, lasciandolo in cella, perché il 25enne secondo i giudici potrebbe uccidere ancora, o fuggire. Una prima ipotesi degli investigatori è che Hrustic  abbia bruciato i piedini al suo bimbo con delle sigarette e lo abbia ucciso perché si lamentava per il dolore.

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