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    La 18enne che ha denunciato Alberto Genovese da Barbara D’Urso: “Ho avuto paura di morire”

    Di Anton Filippo Ferrari
    Pubblicato il 23 Nov. 2020 alle 07:35 Aggiornato il 23 Nov. 2020 alle 07:55

    “Ho avuto paura di morire”. La 18enne che ha accusato Alberto Genovese, l’imprenditore arrestato il 7 novembre per violenza sessuale, spaccio di droga e sequestro di persona, ha raccontato la sua terribile esperienza nel corso della trasmissione “Live non è la D’Urso” condotta da Barbara D’Urso. “Dopo il suo arresto i miei ricordi si sono fatti sempre più precisi. E la cosa che mi fa più male è sentire i commenti di queste persone che cercano di darmi una colpa o di giustificare quello che mi è stato fatto – ha detto la giovane -. Quello che ho vissuto io, quelle ore di paura non si possono neanche immaginare. Ho avuto paura di morire, ho rischiato di morire. Ho avuto paura di non poter rivedere più la mia mamma, il mio papà, le mie sorelle, i miei amici”, ha raccontato la ragazza.

    Le feste di Alberto Genovese non sono mai state percepite dalla 18enne “come pericolose in nessun modo, non ho mai percepito questo ambiente come viscido – ha detto -. Andavo lì per divertirmi e mi sono ritrovata a vivere un inferno. Penso che manchi tanta sensibilità riguardo all’argomento perché  molta gente parla, molta gente specula, molta gente commenta. Mi sono vista dipinta in tanti modi, cosa che comunque non giustificherebbe quello che mi è stato fatto ma mi infastidisce perché io non sono così. Io, che sono la vittima, mi sono sentita più volte offesa, più volte attaccata ingiustamente perché dopo tutto quello che ho vissuto, quest’ulteriore “violenza mediatica” non penso assolutamente sia giusta. In questo momento chiederei un po’ di umanità a tutti”.

    I motivi dell’arresto di Alberto Genovese

    Alberto Genovese è accusato di violenza sessuale, spaccio di droga e sequestro di persona. La ragazza di 18 anni ha denunciato di essere stata stordita con un mix di droghe e di essere stata violentata in casa dell’imprenditore la notte tra il 10 e l’11 ottobre 2020. La giovane ha detto agli investigatori di essere stata ammanettata, legata e violentata per ore, anche in stato di incoscienza e anche mentre gridava disperatamente “aiuto”. Una volta ripresa coscienza ha chiamato il 118 ed è stata accompagnata alla clinica Mangiagalli di Milano, dove i medici hanno accertato lo stupro. Una volta arrestato Genovese ha dichiarato: “Chiedo di disintossicarmi perché da quattro anni sono dipendente dalla cocaina. Quando sono sotto gli effetti della droga non riesco a controllarmi”.

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