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Home » Ambiente

Il nuovo report del WWF: in 20 anni oltre 3mila tigri confiscate in 50 Paesi

Immagine di copertina
Credit: Narayanan Iyer (Naresh)

Per proteggere la biodiversità a rischio torna la Campagna WWF “A Natale mettici il cuore”

La tigre è il più grande felino vivente, simbolo di potenza e agilità. Ma la tigre è anche uno degli animali più minacciati al mondo. Rispetto ai circa 100mila individui stimati agli inizi del secolo scorso, oggi restano appena  4.500  tigri libere in natura. Dal 2010, quando i leader mondiali dei Paesi che ospitano la tigre si sono impegnati per raddoppiare il numero di questo felino, sono successe molte cose. Alcuni Paesi, come Nepal e Bhutan, stanno agendo nel modo giusto, mentre altri come Cambogia, Laos, Vietnam, Thailandia, Indonesia, Malesia e Myanmar sono in grave difficoltà.

S&D

Ancora in troppi Paesi le tigri vengono “ridotte” pelle e ossa. Questo grido di allarme arriva dal rapporto “Pelle e Ossa” del programma WWF TRAFFIC, sul commercio illegale mondiale di tigri (Panthera tigris). Una stima prudente mostra numeri da brivido: si stima che 3.377 tigri siano state confiscate in 50 paesi tra gennaio 2000 e giugno 2022, per una media di 150 sequestri l’anno. India, Cina e Indonesia hanno registrato il numero più elevato di sequestri.

L’analisi si concentra principalmente sui casi di sequestro effettuati nei 13 paesi cosiddetti “Tiger Range Country” – TRC, dove sono maggiormente urgenti le azioni per garantire una migliore salvaguardia delle tigri. Il report include anche informazioni raccolte in altri contesti fornendo così un quadro più completo del commercio illegale di questa specie, comprese le informazioni sul traffico di tigri online riscontrate in 6 Paesi del sud-est asiatico.

Le stime emerse sono conservative rispetto al numero di tigri coinvolte nei casi di sequestro, ma evidenzia i risultati più importanti dei dati sul traffico di tigri e di parti di esse, come pelli e ossa. Almeno un terzo (608 su 2.205) di tutti i casi di sequestro di tigri hanno riguardato l’intero animale, per un totale di 1.319 individui: 665 vivi e 654 morti. Nei restanti casi sono state sequestrate parti di tigre come pelli e ossa.

Le confische più frequenti di tigre riguardano pelli (1.313 intere, 609 pezzi in 902 sequestri) e ossa (11.528 pezzi e ulteriori 2,9 tonnellate in 411 sequestri). Tuttavia, questa quota ha avuto una tendenza al ribasso nel corso degli anni, ‘compensata’ da un aumento della frequenza di denti di tigre (953 articoli su 165 sequestri), artigli (3.101 articoli in 186 sequestri) e altre parti del corpo. È stato dimostrato che ogni parte del corpo di una tigre ha un valore di mercato: dai baffi (503 pezzi) a zampe (129 pezzi) e carne (1,1 tonnellate).

Nel leggere questi dati, è importante tenere presente che, a causa della natura illegale e dunque nascosta  del commercio di tigri, è improbabile che  la reale portata del fenomeno si esaurisca con il numero di sequestri qui riportati. Se da un lato i sequestri riflettono una misura del successo delle azioni di governo e rappresentano una misura indiretta dei livelli del traffico illegale, i dati sono intrinsecamente influenzati da una serie di “errori”.

I dati principali dei Paesi coinvolti 

In India risiede oltre la metà della popolazione mondiale di tigri selvatiche ed è questo il Paese in cima alla classifica con 759 casi di sequestri (34% del totale) e 893 tigri confiscate (26% del totale). In Cina si contano 212 casi di sequestri (il 10%) e 367 tigri confiscate (11%). In Indonesia i casi di sequestri stimati sono 207, per un totale di 319 tigri confiscate (il Paese è al secondo e terzo posto per numero di casi di sequestro così come terzo e quarto posto come numero di tigri sequestrate).

La Thailandia registra un numero relativamente minore di casi di sequestro (65 – 3%), ma è al secondo posto per volume di confische con 403 tigri (12%), cui ha contribuito in gran parte un unico sequestro del 2016 al Wat Pha – Tempio della tigre di Luang Ta Bua che ha coinvolto 187 tigri. Negli ultimi dieci anni, il tasso di incidenti è rimasto stabile al di sopra dell’equivalente di 100 tigri/anno. Le tendenze più recenti sono state probabilmente influenzate dalle risposte politiche alla pandemia di COVID-19 e alle conseguenti interruzioni delle attività commerciali, lo spostamento di persone e agli sforzi e le priorità da parte delle forze dell’ordine. Le casistiche al di fuori delle Aree chiave sono aumentate di nove volte tra il 2000 e il 2014 raggiungendo il picco di 51 casi.

Le aree e le rotte dei sequestri 

I sequestri legati al traffico di tigri sono avvenuti in oltre 1.000 località in tutto il mondo, l’81% delle quali ha avuto luogo nelle Aree chiave. La distribuzione di questi importanti casi di sequestro si è concentrata in un ambito ristretto di hotspot: a) dentro e intorno aree protette e riserve di tigri in India, Nepal e Bangladesh; b) centri di consumo nelle in principali città del Vietnam, che sono diventate sempre più rilevanti negli ultimi anni c) principali punti di scambio per il trasporto internazionale.

Arresti e attività di repressione 

L’analisi delle informazioni derivate dagli arresti e dalle azioni di repressione – disponibili per 914 casi di sequestro – ha rivelato che tra il 2000 e giugno 2022 sono state arrestate oltre 2.313 persone per confermato e sospetto  coinvolgimento nel traffico di tigri a livello globale. Per contrastare i reati contro la fauna selvatica, e i fenomeni ad esso collegati come la ricettazione e il riciclaggio di denaro, in Europa è nato il Progetto Life SWiPE, che ha l’obiettivo di implementare tutte le attività conoscitive che servono a dare un contributo alle forze dell’ordine e alla magistratura. L’obiettivo è di realizzare, attraverso la collaborazione e la sinergia tra i diversi attori in campo, azioni di contrasto sempre più efficaci agli illeciti contro la biodiversità.

L’azione del WWF per proteggere la tigre 

Da sempre il WWF nel mondo sostiene le attività fondamentali per la conservazione della tigre, tra cui la gestione efficace delle aree protette, la lotta al commercio illegale delle sue parti. Prosegue anche il lavoro con le comunità che vivono nei territori delle tigri per ridurre i conflitti tra uomo-tigre e rafforzare ulteriormente gli sforzi di conservazione transfrontalieri.

Per permettere al WWF di continuare il suo lavoro sul campo, ognuno di noi può fare la sua piccola parte. Aderendo alla campagna “A Natale mettici il cuore” sulla pagina adozioni del sito è possibile regalare l’adozione di una tigre o di una delle specie iconiche a rischio estinzione e sostenere i progetti WWF che le tutelano.

La campagna WWF “A Natale mettici il cuore” 

Le foto o i video in cui ci imbattiamo sui social media, spesso ritraggono proprio specie simbolo come la tigre, il koala, giaguaro o leopardo delle nevi e non esitiamo a mettere un “like” o un “cuore” con un clic dal nostro smartphone. I like sui social, però, non bastano a proteggere questi animali, che come abbiamo visto sono sempre più minacciati. Il WWF Italia, a Natale, vuole spronare ognuno di noi a passare dall’intenzione all’azione: riparte così la campagna “A Natale mettici il cuore”, con il messaggio “Il cuore metticelo per davvero”, disegnata e realizzata in collaborazione con Accenture Interactive, la digital agency dell’omonima società di consulenza, con l’obiettivo di spingere le persone a regalarsi o donare ad altri, in occasione del Natale, l’adozione di una delle specie simbolo che senza il nostro aiuto rischiamo di perdere per sempre. Con un’adozione simbolica si sosterranno i progetti di conservazione WWF a tutela della natura, quella natura senza la quale non possiamo vivere perché ci fornisce cibo, ossigeno, acqua potabile, medicinali e difesa dagli eventi estremi.

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