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Home » Ambiente

La Provincia di Belluno ha ordinato di abbattere 3.234 cervi, anche femmine e piccoli

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Belluno ha ordinato di abbattere 3.234 cervi

La Provincia di Belluno ha ordinato di abbattere 3.234 cervi, anche femmine e piccoli, a causa dei troppi danni all’agricoltura causati dagli animali. La decisione è valida per questa stagione venatoria, un aumento del 20 per cento di esemplari rispetto all’anno scorso. “L’obiettivo dell’abbattimento è il riequilibrio” perché “i danni che provocano questi ungulati sono pesanti per agricoltura e biodiversità senza dimenticare i pericoli per chi viaggia sulle nostre strade”, ha spiegato il consigliere provinciale con delega a caccia e pesca Franco De Bon. In tanti però in queste ore stanno criticando la decisione ricordando che l’abbattimento degli animali non può essere l’unica misura.

S&D

Per consentire di raggiungere il numero di cervi previsto, lo stesso provvedimento prevede quest’anno l’avvio anticipato della stagione di caccia come avvenuto lo scorso anno. A decidere la misura è stata la provincia di Belluno, a cui la Regione Veneto ha concesso le funzioni per caccia e pesca, ma è scaturita dal tavolo di trattativa con i vari altri enti territoriali e Con il via libera dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.

“Le stime dello scorso anno ci dicono che avevamo all’incirca 40mila capi in provincia, escluso il territorio del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi: 10.400 cervi, 13.600 caprioli, 2.400 mufloni, 7.250 camosci, a cui dobbiamo aggiungere un numero imprecisato di cinghiali, in fortissima crescita”, ha ricordato l’assessore Franco De Bon.

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