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    L’asse terrestre si è spostato per colpa della crisi climatica e dello scioglimento dei ghiacciai

    Credit: enriquelopezgarre da Pixabay
    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 26 Apr. 2021 alle 19:20

    Il riscaldamento globale e lo scioglimento dei ghiacciai hanno provocato dei cambiamenti per l’asse di rotazione della Terra, a dimostrazione del profondo impatto che gli esseri umani stanno avendo sul nostro pianeta. A rivelarlo è una nuova ricerca dell’Istituto di scienze geografiche e ricerca sulle risorse naturali presso l’Accademia cinese delle scienze di Pechino.

    Lo studio, pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters e anticipato dal quotidiano britannico The Guardian, dimostra che il Polo Nord e il Polo Sud si sono mossi di almeno 4 metri dal 1980 a oggi come risultato delle conseguenze dell’attività umana sul clima.

    I due poli, che sono i punto in cui l’asse di rotazione interseca la superficie terrestre, non sono fissi, ma cambiano in base al modo in cui la massa della Terra è distribuita attorno al pianeta. In passato, soltanto fattori naturali come le correnti degli oceani e movimenti geologici nelle profondità della Terra potevano contribuire a cambiare la posizione dei poli.

    Secondo quanto evidenziato nella nuova ricerca, invece, dagli anni Novanta la dispersione di centinaia di miliardi di tonnellate di ghiaccio all’anno negli oceani a causa del surriscaldamento globale ha portato i poli a muoversi in nuove direzioni. Inoltre, la velocità media degli spostamenti è in aumento: tra il 1995 e il 2000 i poli si sono mossi 17 volte più velocemente che tra il 1981 e il 1995.

    “Il declino accelerato [dell’acqua immagazzinata sulla terra] derivante dallo scioglimento dei ghiacci è il principale motore della rapida deriva polare dopo gli anni Novanta”, ha sottolineato il professor Shanshan Deng, che ha guidato il team di ricerca.

    La ricerca mostra che le perdite dei ghiacciai hanno causato la maggior parte dello spostamento, ma è probabile che anche il pompaggio delle acque sotterranee per esigenze agricole o di fabbisogno idrico, abbia contribuito ai movimenti dell’asse di rotazione. Infatti, una volta estratta dal sottosuolo, la maggior parte dell’acqua finisce negli oceani, redistribuendo il suo peso sul Pianeta.

    Per il professor Jonathan Overpeck, dell’Università dell’Arizona, negli Stati Uniti, le modifiche all’asse terrestre hanno evidenziato “quanto sia reale e profondo l’impatto che gli esseri umani stanno avendo sul pianeta”. Alcuni scienziati sostengono che la portata di questo impatto comporti la necessità di dichiarare l’esistenza di una nuova epoca geologica, l’Antropocene, caratterizzata da una marcata accelerazione delle emissioni di anidride carbonica e dell’innalzamento del livello del mare, oltre che dalla trasformazione del territorio mediante l’agricoltura e dalla deforestazione.

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