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Facebook non rimuoverà più i post sull’origine del Covid in laboratorio

Credit: EPA/SASCHA STEINBACH/ANSA

Il social network cambia le proprie linee guida contro la disinformazione sulla pandemia. La scelta segue l'indagine voluta da Joe Biden sulla possibile origine artificiale del Coronavirus

Di Andrea Lanzetta
Pubblicato il 27 Mag. 2021 alle 15:29

Facebook non rimuoverà più dalle proprie piattaforme i post che affermano la natura artificiale del nuovo Coronavirus responsabile della sindrome Covid. La notizia arriva a poche ore dall’annuncio del presidente degli Stati Uniti Joe Biden di aver incaricato l’intelligence di identificare l’origine della malattia che finora ha provocato in tutto il mondo oltre 3 milioni e 500 mila morti su più di 168 milioni e 471 mila contagiati.

“Alla luce delle indagini in corso sull’origine della Covid-19 e a seguito della consultazione con vari esperti di salute pubblica, non rimuoveremo più dalle nostre app l’affermazione secondo cui Covid-19 ha natura artificiale”, si legge nell’aggiornamento delle linee guida adottate dal colosso digitale “per mantenere le persone informate e limitare la disinformazione” sulla pandemia. “Stiamo continuando a lavorare con gli esperti sanitari per tenere il passo con l’evoluzione della pandemia e aggiornare regolarmente le nostre politiche man mano che emergono nuovi fatti e andamenti”.

A febbraio, la società statunitense aveva annunciato che avrebbe rimosso tali affermazioni dai social dopo una serie di “consultazioni con le principali organizzazioni sanitarie, inclusa l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms)“. Al momento, il cambio di politica in questo senso riguarda soltanto Facebook ma non è escluso che altri social network possano seguire il colosso fondato da Mark Zuckerberg.

Attualmente, Twitter continua a mantenere invariate le proprie politiche in merito. Alla domanda se il social abbia intenzione di rivedere le proprie regole sulle affermazioni relative all’origine del Covid, un portavoce della società ha spiegato a Politico.com “non avere aggiornamenti da condividere”, limitandosi a ribadire che l’azienda continua a “lavorare in stretta consultazione con le autorità sanitarie pubbliche globali” sui problemi riguardanti la disinformazione sul Coronavirus. Anche YouTube, la piattaforma video di proprietà di Google, ha per ora confermato le proprie politiche relative alle affermazioni sulle origini del virus.

Gli Stati Uniti hanno avviato un’indagine approfondita sulle origini del Coronavirus dopo che il Wall Street Journal ha riportato la notizia di tre ricercatori del Wuhan Institute of Virology ricoverati in ospedale alla fine del 2019 con sintomi compatibili con il Covid. Il presidente Biden ha chiesto all’intelligence di presentare un rapporto in merito “entro 90 giorni”.

La mossa della Casa bianca segue una lettera-appello apparsa il 14 maggio sulle pagine della rivista Science sottoscritta da 18 scienziati di fama internazionale, secondo cui “le teorie sul rilascio accidentale da un laboratorio e il salto di specie zoonotico rimangono entrambe valide“. Inoltre negli scorsi giorni lo stesso Anthony Fauci, direttore dell’Istituto nazionale di malattie infettive e consigliere della Casa Bianca sul Covid, si era detto non convinto che il Coronavirus si fosse sviluppato per vie naturali.

Intanto la Cina ha criticato la “storia oscura” dell’intelligence americana dopo l’avvio delle indagini voluto dal presidente americano. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijan, ha respinto le accuse mosse da Washington obiettando che “le motivazioni e gli scopi dell’amministrazione Biden sono chiari”, mentre “l’oscura storia della comunità dell’Intelligence Usa è al mondo nota da tempo”.

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