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Tour de France 2020, diciottesima tappa: la resurrezione del trofeo Baracchi

Di Simone Gambino
Pubblicato il 17 Set. 2020 alle 18:35 Aggiornato il 17 Set. 2020 alle 18:35

Tour de France 2020, diciottesima tappa: la resurrezione del trofeo Baracchi

Sono passati 30 anni dall’ultima versione tradizionale del Trofeo Baracchi. Era questa corsa una cronometro a coppie che si disputava su una distanza di circa 90 km a chiusura della stagione tra fine ottobre ed inizio novembre. Il Baracchi vedeva al via i più grandi campioni del pedale, a volta schierati insieme, a volta l’un contro l’altro, magari affiancati da un cronoman d’eccellenza. Indimenticabile l’edizione 1979 vinta in coppia da Francesco Moser e Giuseppe Saronni, un connubio tale da ridicolizzare Don Camillo e Peppone.

Oggi la Ineos Grenadier ha resuscitato questa gloriosa manifestazione in salsa savoiarda. Richard Carapaz, il grande protagonista di questa tre giorni alpina che lo ha visto sempre all’attacco, e Michal Kwiatkowski, campione del mondo nel 2014 e vincitore della Milano – Sanremo 2017, hanno percorso in accoppiata solitaria gli ultimi 35 km dopo essersi tolti di ruota Pello Bilbao (Bahrain-McLaren), ultimo superstite di un quintetto partito da lontano che, in origine comprendeva anche Marc Hirschi (Sunweb) e Nicolas Edet (Cofidis). Per la cronaca, la vittoria di tappa è andata al polacco mentre l’ecuadoregno, vincitore dell’ultimo Giro d’Italia, ha conquistato la maglia a pois di leader del Gran Premio della Montagna.

La classifica generale ha subito qualche piccola modifica nelle posizioni di rincalzo. Infatti, questa volta l’attacco di Mikel Landa (Bahrain-McLaren) sulla salita Hors Categorie de la Montée du plateau des Gileres otteneva qualche risultato. Andavano in difficoltà Adam Yates (Mitchelton – Scott) e Rigoberto Uran (EF Education First) che, al traguardo, accusavano un ritardo di 2’40” sul gruppo dei migliori venendo così scavalcati in graduatoria dal basco della Bahrein Merida, ora quinto in classifica generale. Rimangono, invece, immutate le posizioni di vertice con Primoz Roglic (Jumbo – Visma) in maglia gialla con 57” di vantaggio sul connazionale Tadej Pogacar (UAE Emirates) e 1’27 su Miguel Angel Lopez (Astana).

Parigi si avvicina. Domani è in programma la diciannovesima tappa, 167 km da Bourg – en – Bresse a Campagnole. Ad inizio Tour, questa sarebbe stata una frazione che difficilmente le squadre dei velocisti si sarebbero lasciati sfuggire. Dopo tre settimane di battaglie, tuttavia, è probabile che nasca una mega fuga da lontano i cui superstiti si giocheranno la vittoria di giornata. Sabato è in programma l’unica cronometro di questa edizione della Grande Boucle con l’arrivo verticale alla Planche des Belles Filles. Preservare le energie residue sarà la parola d’ordine per chi ha ancora velleità di risalire la classifica.

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