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Schumacher, il racconto di Jean Todt è il regalo di compleanno più bello

(Photo by YURI CORTEZ / AFP)
Di TPI
Pubblicato il 2 Gen. 2019 alle 14:52 Aggiornato il 2 Gen. 2019 alle 15:47

Come sta Schumacher? È questa l’unica domanda che Jean Todt evita nella lunga intervista concessa alla Gazzetta dello Sport in occasione del compleanno della amico Michael Schumacher.

Schumacher compie 50 anni. Un numero che fa riflettere: “Non amo molto i compleanni” ma “i suoi 50 anni dimostrano che il tempo corre a una velocità che ogni tanto fa paura”.

L’ex responsabile della Gestione sportiva Ferrari, oggi presidente francese della Fia, ha voglia di ricordare quello che Schumacher è stato e per questo dribbla ogni domanda sulle condizioni di salute dell’ex campione e sul drammatico incidente sugli sci del 29 dicembre 2013.

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“Michael con la Ferrari ha realizzato qualcosa di incredibile. Così come oggi stanno facendo la Mercedes e Hamilton”. Il ricordo più bello vissuto insieme? Il Gp del Giappone del 2000, “quando abbiamo riportato a Maranello un campionato che mancava dal 1979, da Jody Scheckter”.

Quel giorno Todt guardò Schumacher negli occhi: “Abbiamo compiuto la nostra missione, la nostra vita sportiva d’ora in poi non sarà più la stessa”.

Oggi quella tra Schumacher e Todt è “un’amicizia totale” e per questa ragione “quando ha avuto l’incidente ho preso il primo aereo e mi sono precipitato a Grenoble. È così che con il passare del tempo mi sono ritagliato un ruolo importante all’interno della sua famiglia”. 

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Ma quando le domande passano dal passato al presente, Todt cambia tono. E sulla notizia del Gp del Brasile visto insieme, spiega: “È stata riportata male. Io sono sempre stato discreto sulla sua vita privata. Mi hanno chiesto dove ho visto quella gara e io con naturalezza ho detto a casa di Michael. Con lui ho guardato tanti GP prima e anche dopo l’incidente”. 

Uno dei più dolorosi “fu quello d’Ungheria 2008, quando Massa ruppe il motore a pochi chilometri dal traguardo mentre era al comando con largo margine su Kovalainen. Ripeto, ne abbiamo viste tante di gare insieme e ne vedremo ancora molte”. 

In queste occasioni, chiedono Andrea Cremonesi e Gianni Valenti, “Michael percepisce di averla accanto e intuisce che state vedendo la F.1?”. Risposta: “Qui mi fermo”. È il no comment di chi vuole rispettare fino in fondo le richieste della famiglia sulle condizioni di salute del campione Ferrari.

“Non credo che ci sia una ragione per tornare su questo punto. Si sa che ha avuto questo incidente terribile cinque anni fa. Sta lottando e continuerà a farlo. Ha una squadra vicino a lui, la sua famiglia, che è straordinaria. Tutto il resto è privato, ed è giusto che resti così”.

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