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Condanne in Catalogna, il Barcellona si schiera contro la sentenza. Guardiola durissimo: “Deriva autoritaria in Spagna”

"Attacco diretto ai diritti umani"

Di Anton Filippo Ferrari
Pubblicato il 15 Ott. 2019 alle 11:19 Aggiornato il 15 Ott. 2019 alle 21:46

Condanne indipendentisti in Catalogna, le reazioni del Barcellona e Guardiola

Ieri, 14 ottobre 2019, la corte suprema spagnola ha condannato i 12 leader dell’indipendenza catalana con pene che vanno dai 9 ai 13 anni. Una notizia che ha creato diverse proteste e che ha fatto scendere in campo anche il mondo dello sport catalanto. In primis il Barcellona. Il club ha infatti diffuso un comunicato ufficiale in cui si schiera contro la sentenza della corte.

“Il Barcellona, in quanto entità di riferimento della Catalogna, e secondo il suo percorso storico della difesa della libertà di espressione, afferma che la detenzione preventiva non ha aiutato a risolvere il conflitto in nessun modo, perché la prigione non è la soluzione – la nota della società -. La risoluzione del conflitto che sta vivendo la Catalogna va affrontato attraverso il dialogo politico. Pertanto, ora più che mai, il Club chiede a tutti i responsabili politici di condurre un processo di dialogo e negoziazione per risolvere questo conflitto, che dovrebbe anche consentire il rilascio di leader civili e dei politici condannati. L’ FC Barcelona esprime anche il suo pieno sostegno e la sua solidarietà alle famiglie di coloro che sono privati della libertà”.

Un comunicato molto apprezzato dai giocatori catalani. Piqué si è detto “orgoglioso” del suo club, Sergi Roberto ha offerto “tutto il suo supporto alla causa catalana”. Stesso discorso per Xavi, ex leader del Barcellona e oggi allenatore dell’Al-Sadd, che ha commentato attraverso Instagram: “Vergogna!”.

In serata è poi stato il turno del grande ex, Pep Guardiola. L’attuale allenatore del Manchester City ha detto la sua attraverso un video: “Oggi è stata resa pubblica dallo Stato spagnolo una sentenza del tribunale equivalente a un attacco diretto ai diritti umani. Il diritto di manifestare, il diritto alla libertà di espressione. È inaccettabile nel ventunesimo secolo”.

Poi ancora: “La Spagna sta vivendo una deriva autoritaria attraverso la quale si utilizza la legge antiterrorista per criminalizzare la dissidenza, incluso perseguire chi esercita la libertà di espressione. I leader condannati rappresentano i partiti maggioritari e gli organi della società civile più importanti della Catalogna. Né il governo di Pedro Sanchez, né nessun governo spagnolo può permettersi una cosa del genere – ha detto Guardiola sulle condanne degli indipendentisti in Catalogna -. Ha optato per la repressione senza dialogo. L’indipendentismo è un movimento trasversale, inclusivo e con una grande storia, basato sulla volontà di autogoverno dei catalani. Non è xenofobo, ma è un movimento che basa la sua forza sul riconoscimento del pluralismo e le diversità culturali. Una lotta non violenta”.

Infine una richiesta: “Chiediamo al governo spagnolo una soluzione politica e democratica. Ciò che chiediamo è “Spagna, siediti e ne parliamo”. Chiediamo alla società civile internazionale che metta pressione al suo governo per intervenire in questo conflitto, trovando soluzioni politiche e democratiche. Il tutto basato sul dialogo e il rispetto. Perché c’è solo una soluzione, sedersi e parlare”.

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