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    Sanremo 2023, top e flop della terza serata del Festival

    Di Renzo Di Falco
    Pubblicato il 10 Feb. 2023 alle 01:20 Aggiornato il 10 Feb. 2023 alle 01:22

    Sanremo 2023, top e flop della terza serata del Festival

    SANREMO 2023 TOP E FLOP – Chi è stato il migliore ieri sera? E il peggiore? Dopo la terza serata del Festival di Sanremo 2023, il nostro Renzo Di Falco dice la sua con le sue particolari pagelle: i Top e Flop del Festival. Ecco chi è andato bene e chi no:

    TOP

    ROSA CHEMICAL
    L’esilarante intervento della deputata che si è scagliata contro la sua partecipazione a Sanremo non ha fatto che regalargli visibilità. Che scopriamo essere del tutto meritata poi, se si ascolta Made In Italy: pezzo tirato, efficace e super ballabile (oltre che furbo il giusto).

    TANANAI
    Quest’anno non corre il rischio di arrivare ultimo, anzi. Alberto ha avuto un notevole glow up e si è presentato più maturo sul palco, ha studiato canto e si vede, confezionando una ballatona che funziona e si avvicina più ad Abissale che alla hit Baby Goddamn.

    PAOLA E CHIARA
    Gli anni ‘90 tornano a rivivere con la reunion attesissima delle due sorelle del pop. La loro canzone non è certo innovativa, costruita su tre parole in croce e strani ossimori (“in questa notte di sole”) ma è irresistibilmente orecchiabile e radiofonica. E le Iezzi nella performance dimostrano di non avere perso lo smalto.

    FLOP

    LA SCALETTA
    Il Festival è una liturgia, e siamo ormai abituati alla lunghezza infinita delle serate. Ma a volere infarcire la scaletta con troppi ospiti, omaggi, esibizioni, monologhi, autopromozione Rai e collegamenti esterni con la crociera e con altri palchi, si corre il rischio di far sclerare Fiorello, fare addormentare il pubblico, e rendere la gara troppo sfilacciata.

    L’AUTOTUNE
    Non è proibito dal regolamento del Festival ma ormai è talmente di moda (e abusato) che sorprende quando qualche artista sceglie di non utilizzarlo.

    ULTIMO
    Canta sempre la stessa canzone, e sempre autoplagiandosi. Nel testo non si coglie poesia ma retorica e anche l’esasperazione nell’interpretare Alba rende tutto terribilmente noioso e senza appeal.

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