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Chi è Pegah, l’attivista italo-iraniana ospite al Festival di Sanremo 2023

Di Niccolò Di Francesco
Pubblicato il 8 Feb. 2023 alle 21:45 Aggiornato il 8 Feb. 2023 alle 22:28

Chi è Pegah, l’attivista italo-iraniana ospite al Festival di Sanremo 2023

Chi è Pegah ospite della seconda serata del Festival di Sanremo 2023 in onda su Rai 1 nella serata di mercoledì 8 febbraio? Si tratta di un’attivista italo-iraniana che nel corso della manifestazione musicale proporrà un monologo con la partecipazione di Drusilla Foer, co-conduttrice della passata edizione della kermesse.

Pegah Moshir Pour ha 31 anni e dall’età di 8 anni si è trasferita insieme alla sua famiglia da Teheran, la capitale dell’Iran, alla Basilicata, dove attualmente lavora come consulente per una multinazionale.

In Italia, infatti, Pegah ha conseguito una laurea magistrale in ingegneria edile e architettura e attualmente vive tra Potenza e Matera. Dopo la morte di Mahsa Amini e le successive proteste, che hanno innescato la violenta repressione del regime iraniano, Pegah ha iniziato a raccontare tutto quello che stava avvenendo in Iran condividendo sui suoi social e traducendo i video e le notizie che arrivano dal Paese.

“Oggi vi chiedo un intervento a tutela e difesa dei civili! Il mondo accademico non può rimanere in silenzio davanti a quanto sta avvenendo in Iran. Sarebbe un mutismo di ignavia e connivenza, che nulla avrebbe a che vedere con il senso di umanità che la cultura e la scienza perpetuano”: così Pegah Moshir Pour ha lanciato un appello alle università italiane lo scorso ottobre richiedendo un atto formale di sostegno alle proteste iraniane.

La giovane, infatti, ha chiesto “un intervento diretto che dia un segnale forte corale di solidarietà ma anche di azione, dei paesi occidentali e dell’Onu per difendere i cittadini e garantire agli studenti ospitalità presso università europee, creando dei corridoi accademici o borse di studio, non possiamo più tollerare tutto questo, ricordo un episodio simile nel luglio del 1999 sempre a Teheran, non possiamo fare finta di niente”.

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