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Sanremo 2021, un cast vario che proietta il Festival nell’Italia musicale reale

Di Franco Bagnasco
Pubblicato il 18 Dic. 2020 alle 11:54 Aggiornato il 18 Dic. 2020 alle 11:54

In attesa di capire se il Covid-19 sarà davvero il convitato di pietra, lo sgradito ospite internazionale del prossimo Festival di Sanremo, al via il 2 marzo su Rai 1 (all’Ariston di certo faranno il tampone anche agli estintori, ma non dimentichiamo che per quella data dovrà essere ancora vaccinata la maggior parte della popolazione), si registra l’ufficializzazione del cast. Avvenuta ieri in prima serata col sigillo del cerimoniere/direttore artistico Amadeus nella finale di Sanremo Giovani.

Un Amadeus immusonito, che in apertura di trasmissione ha letto un breve comunicato col quale dava il benservito (con il comprensibile placet di Viale  Mazzini) all’intemperante giurato televisivo Morgan, dimostratosi come sempre il peggior nemico di se stesso. Motivazione ufficiale: “dichiarazioni offensive pubbliche e private” lesive del programma al quale aveva partecipato e dei suoi organizzatori. E dire che Marco Castoldi in arte Morgan era riuscito a gestire bene, in modo molto pacato e professionale, insieme con Luca Barbarossa, Piero Pelù e Beatrice Venezi, tutta la prima fase delle selezioni tv di Sanremo Giovani.

Così sobrio da sembrare irriconoscibile. Si trattava probabilmente di una cauta strategia propiziatoria per guadagnare anche l’accesso alla gara vera e propria con una sua nuova canzone. Quando ha saputo che non sarebbe stato invece ammesso (ma anche un bambino capirebbe che se ti danno la giuria dei Giovani nella fase preventiva e probabilmente un posto a sedere in platea a marzo non avrai poi ovviamente anche il lasciapassare per la gara) ha sbroccato riempiendo di insulti via SMS – offese poi diffuse anche sui suoi social – il povero Amedeo Sebastiani detto Amadeus. Come se non bastasse, in gara è stato ammesso invece Bugo, lo storico socio-rivale morganiano del Sanremo 2020. Ce n’era d’avanzo per mandare il sangue alla testa all’uomo che si convinse di essere Mozart. Che come al solito viene chiamato in tv per gli stessi motivi per i quali viene poi messo alla porta. La scienza lo chiama Il paradosso di Morgan.

Ma veniamo al cast della 71esima edizione del festivalone, che vede tra le nuove leve otto proposte (sei da Sanremo giovani, due da Area Sanremo) varie e in qualche caso persino intriganti. I Big arrivano invece a toccare la cifra record di 26 unità, con tutti i riflettori mediatici puntati sulla strana coppia Fedez-Francesca Michielin, molto cool per mille motivi, anche d’immagine. Ma ironizzando verrebbe da dire per mille motivi, anche musicali. Ci sono Francesco Renga, Arisa e Malika Ayane, quel new classic che comunque lo metti casca sempre a fagiolo; il gradito ritorno de Lo stato sociale ma anche Noemi col suo ennesimo cambio di look registrato alla data di ieri; qualità da usato sicuro con Max Gazzè ed Ermal Meta, il new cult dei Maneskin, usciti dal vivaio di X-Factor; gente nuova in forte crescita come Irama e Ghemon, esperimenti goliardici (Extraliscio con Davide Toffolo) e naturalmente Annalisa, pur così giovane e già al suo quinto Sanremo.

Diventerà probabilmente un domani per longevità artistica la nuova Orietta Berti (appena uscita dal Coronavirus, mentre il marito è ancora in difficoltà), selezionata come unica concessione Old non ai Sanremo di ieri ma quasi dell’altroieri. Che sia perché il suo pezzo più noto si intitola “Finché la barca va”, inno perfetto per l’ultimo biennio del Paese? Non è dato saperlo. Di certo il volto rassicurante di Oriettona compensa le facce semi-sconosciute al grosso pubblico televisivo di tanti giovani entrati fra i big in quanto collezionatori di milioni di views digitali. È una fetta di mercato che a qualcuno può risultare estranea ma che proietta il Festival nell’Italia musicale reale allontanandola un po’ dalle logiche solo televisive. E questo è un merito.

Amadeus è stato oggetto di molte critiche per aver portato a 26 il numero dei cantanti in gara, condannando la kermesse ad alcune serate (soprattutto la finale, ma anche quella dei duetti) interminabili. Ma credo che la scelta sia strategica sul piano dell’Auditel, figlia della logica (o del trucchetto, se vogliamo) molto in voga in tv di prolungare la chiusura dei programmi per alzare la media complessiva dello share. Forzare la lunghezza del protocollo è forse l’unico modo che ha Amadeus di racimolare ascolti teorici almeno pari o superiori allo scorso anno.

Infine, il capitolo Fiorello. Collegato da casa via Skype, Mister Tentenna non ha ancora confermato ufficialmente la sua presenza fissa a marzo accanto ad Amadeus, limitandosi a dire che alla prima serata ci sarà. Poi, è tutto da vedere. Lo scorso anno il nostro ricevette tanti complimenti (che ama molto), ma anche alcune critiche (che non può sopportare e che lo destabilizzano), ed è un talento straordinario ma notoriamente molto inquieto. Naturalmente il suo compare ha tutto l’interesse a spingere per averlo sempre accanto sul palco. Forse lui (parere personale) farebbe bene a limitarsi invece a una rapida incursione ogni sera con verve e testi dal divertimento garantito. Come il Beppe Grillo dei tempi d’oro baudiani. Ad ogni modo, Fiore ieri ha messo in rete la battuta più divertente della serata: “Amadeus, tu sei unico! Fai Sanremo, e invece di eliminare i concorrenti, elimini i giurati”.

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