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Niccolò Fabi critica Sanremo: “È solo un soffritto televisivo”

Di Giulia Angeletti
Pubblicato il 18 Gen. 2020 alle 13:30

Niccolò Fabi critica Sanremo: “È solo un soffritto televisivo”

“Il cast di Sanremo mi sembra semplicemente quello che è: un programma con una regia televisiva. Baglioni, banalmente, avrà dovuto ascoltare le ragioni della televisione, ma se è stato chiamato lui come direttore artistico, da cantante, nel bene e nel male, con i suoi gusti, però aveva sicuramente una visione più musicale. In questo caso mi sembra veramente come se avessero deciso: ‘prendiamo un po’ di aglio, una cipolla, olio…’. Un po’ di tutto per fare qualcosa che in qualche modo sia rappresentativa di tutti i vari target di ascolto… dei televotanti”.

A parlare, non lesinando osservazioni critiche ma anzi scagliandosi contro l’evento televisivo più atteso dell’anno, è Niccolò Fabi. Il cantante, intervistato da Agi, si è espresso in particolare sul cast artistico della storica kermesse musicale italiana che quest’anno prende il via il prossimo 4 febbraio 2020. Lo scorso giovedì Fabi ha ricevuto all’Auditorium Parco della Musica di Roma la Targa Faber, un premio alla carriera consegnato ogni anno, da diciotto anni, all’interno del Premio Fabrizio De André e, in questo contesto, ha parlato di Sanremo e spiegato perché ha deciso di non partecipare più al festival della canzone italiana. In effetti è proprio sul palco della riviera dei fiori che ha avuto inizio la carriera del cantautore romano, che nel 1997 vinse il Premio della Critica nella Categoria Nuove Proposte con il brano Capelli.

“Stiamo parlando di una storia finita 22 anni fa e pacificamente interrotta, perché per fortuna non ho più tentazioni del genere. Ma non è un fatto ideologico, è proprio che il mio carattere e quelle dinamiche vanno troppo in conflitto”, ha continuato a spiegare Fabi. Non gli interessa molto, dunque, il prossimo festival sul quale si sono già accese diverse polemiche, come anche (e soprattutto) sul cast messo insieme “come un soffritto”. La critica, quindi, è quella di accontentare troppo il target di pubblico e assecondare determinate logiche che, più che artistiche, sono in realtà puramente televisive.

“Mi interessa sempre meno la musica in televisione. Perde troppo della sua verità – ha proseguito Fabi – che sia un talent, che sia Sanremo, comunque da parte di tutti c’è un’inevitabile ragione televisiva che un po’ oscura la libertà delle proprie scelte artistiche. L’ha fatto con tutti e l’ha fatto anche con me. Ripeto, da fuori mi sembra semplicemente un festival più televisivo con tutto ciò che l’essere televisivo comporta”.

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