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Chi è Kim Phuc, la bambina simbolo della guerra in Vietnam ospite di Che tempo che fa | Foto

L'8 giugno del 1972 Kim Phuc fu ritratta nuda in una foto mentre fuggiva da un villaggio

Di Anton Filippo Ferrari
Pubblicato il 6 Ott. 2019 alle 15:03 Aggiornato il 6 Ott. 2019 alle 17:31

Chi è Kim Phuc, la bambina della fotografia della guerra in Vietnam | Foto

KIM PHUC CHI È – Stasera, 6 ottobre 2019, Kim Phuc – donna vietnamita nota per essere stata ritratta da bambina in una famosa fotografia scattata l’8 giugno 1972 durante la guerra del Vietnam – sarà intervistata per la prima volta in Italia da Fabio Fazio durante la trasmissione Che tempo che fa, in onda tutte le domeniche su Rai 2.

Ma chi è Kim Phuc? Phan Thị Kim Phuc nasce a Trang Bang (Vietnam) il 2 aprile del 1963. È una donna vietnamita nota per essere stata ritratta da bambina in una famosa fotografia scattata l’8 giugno 1972 durante la guerra del Vietnam.

Kim Phuc mentre fugge nuda e ustionata dal napalm

Una foto, poi diventata in tutto il mondo simbolo del conflitto, mostra la piccola Kim all’età di nove anni mentre fugge da un villaggio completamente nuda insieme ad altri bambini. Pochi istanti prima Kim era stata gravemente ustionata sulle braccia e sulla schiena da un bombardamento al napalm delle forze aeree del Vietnam del sud. A scattare la foto fu Nick Út che, grazie a questo scatto, vinse il premio Pulitzer. Fotografia che in seguito fu anche scelta come World Press Photo of the Year del 1972.

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La sua storia

Kim Phuc e la sua famiglia erano residenti nel villaggio di Trang Bang, nel Vietnam del sud. L’8 giugno del 1972, gli aerei delle Không lực Việt Nam Cộng hòa (Forza aerea del Vietnam del Sud) e alcuni Douglas A-1 Skyraider sganciarono alcune bombe al napalm sul villaggio, che era stato occupato dalle forze nord-vietnamite. Durante l’attacco morirono quattro persone nel villaggio.

Pochi istanti dopo il bombardamento la gente iniziò a fuggire e il fotografo Nick Út scattò alcune fotografie fra cui quella di Kim Phuc che correva nuda nel caos. Una foto potente, forte, sconvolgente che divenne una delle immagini più celebri della guerra del Vietnam e che portò molte persone a “rinominare” la piccola “Napalm girl”.

Dopo aver scattato le fotografie, Út portò Kim Phuc e gli altri bambini feriti all’ospedale di Saigon, dove la bambina fu curata per quattordici mesi e dimessa dopo diciassette interventi.

Una volta adulta Kim ha raccontato più volte che in quel momento, viste le gravi ustioni riportate dopo il bombardamento, stava urlando: “Brucia! Brucia!”. Dopo quella terribile esperienza e la fine della guerra, Kim ha studiato a Cuba, e nel 1992 ha sposato il connazionale Bui Huy Toan.

In seguito si è trasferita in Canada col marito, con il quale ha avuto due figli. Nel 1996 ha poi ottenuto la cittadinanza canadese. Il 10 novembre 1997 è stata nominata ambasciatrice dell’UNESCO. Nel 1999 invece è stata pubblicata la sua biografia, intitolata “La bambina nella fotografia. La storia di Kim Phuc e la guerra del Vietnam” scritta da Denise Chong.

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Il 22 ottobre 2004, Phuc è stata insignita di un dottorato ad honorem in legge presso l’università di York, a Toronto, per il suo impegno a sostegno delle piccole vittime delle guerre in tutto il mondo, tramite la KIM Phuc Foundation International. Il 27 ottobre 2005 le è stata invece consegnata una laurea ad honorem in Legge dalla Queen’s University a Kingston.

Le parole di Kim Phuc

In merito alla sua terribile esperienza Kim ha più volte dichiarato: “Ho pensato: “Morirò su questa strada, queste fiamme mi uccideranno!”. Lo descrivo in maniera dettagliata nel mio libro, dove narro anche tutto ciò che accadde dopo – le sue parole -. La corsa in ospedale, le tante operazioni per salvarmi la vita e per ricostruire alcune parti del mio corpo, il sogno di poter studiare. E poi il soggiorno a Cuba, l’incontro con il mio futuro marito e la fuga in Canada per sottrarmi alle pressioni del governo vietnamita”.

La donna è tornata diverse volte nel suo Paese, dove vivono ancora dei suoi familiari, ed ha più volte raccontato di aver odiato la foto di Nick Ut: “Mi domandavo perché il fotografo avesse fatto quello scatto. Ero quella bambina, brutta e nuda, circondata dai miei fratelli e cugini. A quel tempo avrei voluto che non fosse mai stata scattata. Quell’immagine mi ricordava quello che avevo sopportato: la perdita della mia infanzia e di tutto il resto”.

Con il passare del tempo però il suo punto di vista è cambiato: oggi per lei quella foto rappresenta una missione, un ideale e una causa da difendere. Kim Phuc oggi è ambasciatrice UNESCO, attivista e scrittrice con una missione chiara e precisa: sostenere, difendere, aiutare le piccole vittime delle guerre di tutto il mondo.

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