Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
Home » Spettacoli

Il Conservatorio di Padova contro La compagnia del cigno: “Non si devono spendere soldi pubblici per diffondere stereotipi”

Di Giulia Angeletti
Pubblicato il 9 Gen. 2019 alle 18:33

Sorprendente il successo in termini di ascolti per La Compagnia del Cigno, la mini serie di Ivan Cotroneo in onda su Rai 1 da lunedì 7 gennaio 2019.

Le prime puntate, infatti, sono state ampiamente seguite e hanno decisamente conquistato il pubblico di telespettatori. A non pensarla, però, nella stessa maniera è il Conservatorio di Padova, il quale si è duramente scagliato contro la fiction televisiva che nella serata di martedì 8 gennaio ha “affondato” il colossal Titanic e totalizzato ben 6 milioni di spettatori.

L’accusa del Conservatorio padovano rivolta proprio alla Rai è quella di “spendere soldi pubblici per diffondere stereotipi”.  L’istituto ha addirittura scritto un post Facebook in cui “prende opportunamente distanza da La Compagnia del Cigno trasmesso dalla Radio Televisione Italiana a partire dal 7 gennaio 2019″.

La serie Rai , ambientata nel Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, è inoltre accusata di essere solo “una mediocre parodia” o una “caricatura” della realtà, un qualcosa, insomma, per cui non – secondo l’avviso del Conservatorio di Padova – valeva la pena spendere i soldi dei contribuenti.

“Si tratta di una mediocre parodia, di una caricatura di ciò che è la reale vita degli studenti e dei docenti nei Conservatori di Musica. Si ritiene, inoltre, che il Servizio Pubblico non dovrebbe spendere soldi pubblici per diffondere false credenze, autentiche contraffazioni della realtà, stereotipi del tutto irreali riguardanti le figure degli studenti e dei docenti di musica”, è infatti l’attacco del Conservatorio. “Il denaro pubblico – prosegue il post pubblicato sulla pagina dell’istituto – utilizzato per produrre e trasmettere un telefilm così completamente inadeguato sarebbe stato meglio impiegato per mettere in sicurezza le numerosissime sedi fuori norma, se non pericolanti, dei Conservatori del nostro Paese”.

Leggi l'articolo originale su TPI.it
Exit mobile version