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Festa del Cinema di Roma, Bill Murray riceve il premio alla carriera

L'attore statunitense sarà presente alla manifestazione sabato 19 ottobre

Di Alice Possidente
Pubblicato il 19 Ott. 2019 alle 11:43

Festa del Cinema di Roma, Bill Murray riceve il premio alla carriera

Dal 7 ottobre 2019 al 27 ottobre 2019 va in scena la Festa del Cinema di Roma. La manifestazione, giunta alla sua 14esima edizione, è uno degli eventi più attesi riguardanti il cinema e quest’anno conferirà doppio premio alla carriera, uno dei quali all’attore Bill Murray.

La Festa del Cinema di Roma accoglie alcuni tra i più grandi esponenti del cinema mondiale e 177 pellicole. Dalla nona edizione, il festival cinematografico romano è diventato non-competitivo, tuttavia i suoi riconoscimenti rimangono tra i più ambiti e i più importanti al mondo. Tra i vari premi dell’edizione 2019, uno dei più attesi è il doppio premio alla carriera che verrà conferito a Bill Murray e Viola Davis.

Bill Murray sarà presente alla kermesse sabato 19 ottobre. Incontrerà il pubblico e ripercorrerà il suo percorso artistico e personale.

Chi è Bill Murray

Bill Murray, che alla Festa del Cinema di Roma riceverà il premio alla carriera, è un attore teatrale e cantante sin da quando era bambino.

Bill Murray cominciò gli studi all’università di Regis a Denver, prima di abbandonarli per tornare in Colorado. Dopo un esordio di scarso successo a “The Second City”, un gruppo comico d’improvvisazione di Chicago, si trasferì a New York, dove fu ingaggiato per il “The National Lampoon Radio Hour”. Nel 1975, una versione Off-Broadway del “Lampoon” gli valse il primo ruolo televisivo nel programma “Saturday Night Live with Howard Cosell”. Ma risale al 1976 il primo vero successo di Murray, quando si unì al cast di “Saturday Night Live” della NBC. Partecipò alle prime 3 stagioni dello show, prima di recitare nel falso documentario “All you need is cash” (1978).

Nel 1979, ottenne il suo primo ruolo da protagonista in “Polpette”. A questo seguirono vari ruoli in “Where the Buffalo Roam” (1980),  “Palla da golf” (1980), “Stripes – Un plotone di svitati” (1981) e “Tootsie” (1982). In questo periodo, Murray cominciò a lavorare all’adattamento cinematografico del romanzo “Il filo del rasoio” (1984), in cui comparve nel suo primo ruolo drammatico. Al fine di ottenere fondi per finanziare il progetto, si accordò con Columbia Pictures per recitare in “Ghostbusters” (1984). Deluso dal fallimento de “Il filo del rasoio”, Murray si ritirò dai riflettori per quattro anni per andare a studiare filosofia e storia alla Sorbona di Parigi.

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Bill Murray, il ritorno al cinema e i riconoscimenti

Tornò al cinema solo nel 1988 con “S.O.S. fantasmi” e “Ghostbusters II” (1989). I suoi due film successivi, “Tutte le manie di Bob” (1991) e “Ricomincio da capo” (1993) furono di enorme successo. Dopo quest’ultimo, Murray apparve in una serie di ruoli da non-protagonista, tra cui “Space Jam” (1996). Nel 1998, ricevette il plauso della critica internazionale per il suo ruolo in “Rushmore” (1998) di Wes Anderson, per cui vinse il premio come miglior attore non-protagonista da “the New York Film Critics Circle”, “the National Society of Film Critics” e “the Los Angeles Film Critics Association”. Risalgono a questo periodo una serie di ruoli drammatici, di cui vale la pena nominare “Lost in Translation – L’amore tradotto” di Sofia Coppola (2003) per cui vinse un Golden Globe, un BAFTA e un Independent Spirit.

Durante questi anni, Murray continuò a recitare in commedie come “Charlie’s Angels” (2003), “Osmosis Jones” (2001), e prestò la voce al gatto “Garfield – Il film” (2004). In seguito affermò di aver accettato questa parte solo perché credeva che la sceneggiatura fosse di Joel Coen, anziché di Joel Cohen. Nel 2004 collaborò per la terza volta con Wes Anderson in “Le avventure acquatiche di Steve Zissou” e nel 2005 per la seconda volta con Jim Jarmusch in “Broken Flowers”. L’attore prese dunque una pausa di qualche anno, prima di tornare in “Ember – Il mistero della città di luce” (2008) e “Fantastic Mr. Fox” (2009).

I suoi ruoli più recenti sono però forse tra i più famosi. Nel 2012 recitò in “Moonrise Kingdom – Una fuga d’amore” di Wes Anderson, e nel 2014 in “Grand Budapest Hotel”, per la direzione dello stesso regista. Dopo varie comparse in “St. Vincent” (2014), “Rock the Kasbah” (2015) e “Il libro della giungla” (2016), tornò nel reboot di “Ghostbusters” del 2016. Il suo ultimo progetto cinematografico risale all’anno scorso, e ha segnato per lui l’ennesima collaborazione con Wes Anderson ne “L’isola dei cani” (2018).

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