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Alessandro Borghese indagato per false fatture: “Fregato da un parente di mia moglie”

Di Antonio Scali
Pubblicato il 8 Dic. 2020 alle 12:28

Uno dei cuochi più famosi e celebre volto televisivo, Alessandro Borghese, risulta indagato per false fatturazioni nell’ambito di un’inchiesta aperta dalla Procura di Milano. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, il cuoco è indagato insieme alla moglie Vilma Oliveri per una storia, ancora poco chiara, legata a fatture false. Al celebre chef è stato notificato l’avviso di garanzia.

Sentito dal Corriere, Borghese ha raccontato di essere stato fregato: “Mai avrei pensato di raccontare di essere stato fregato da un parente”. Lo chef ha raccontato di aver conosciuto questo parente della moglie nel 2009, e di essere estraneo alla vicenda: “Ha iniziato a seguirmi come commercialista sin da quando ho fondato la società. Lavorava in un grande studio qui a Milano e con loro gestiva la mia contabilità, poi siamo cresciuti ed è venuto a lavorare con noi. Mi fidavo di lui come di me stesso. Lui era rassicurante: Alessandro non ti preoccupare, ti faccio i bonifici io. A me andava bene: faccio il cuoco, non capisco di conti. Infatti non lo controllavo”.

Insomma, un rapporto di fedeltà assoluta, anche perché si trattava di una persona di famiglia: “Ho capito che c’era qualcosa che non andava quando dal mio conto personale sono venute a mancare piccole cifre”. Borghese però, trattandosi di un parente della moglie, aveva deciso di non denunciare mai l’accaduto alle autorità competenti. “Ci ho pensato e ripensato. Ma cosa potevo mai fare? – si chiede lo chef -. Lui e sua moglie erano a casa mia tutti i giorni. È come se avessero vissuto lì con me. Una volta gli ho urlato contro. L’ho affrontato e lui si è messo a piangere, promettendo che mi avrebbe ridato i soldi rubati”.

Alessandro Borghese avrebbe fatto firmare persino una cambiale perché “non sapevo più con chi avevo a che fare”. La cifra sottratta ammonterebbe a circa 200 mila euro. “Li ho riavuti tre settimane fa. Ha venduto un immobile. E per me il discorso è chiuso”. “Non potevo immaginare che fosse colpa sua, prendeva 5mila euro al mese. Ma avevo visto che il suo tenore di vita era cresciuto. Poi durante il lockdown, con più tempo a disposizione, ho capito che mi fregava i soldi”, ammette il cuoco.

Intanto però la macchina della giustizia sta facendo il suo corso e la Guardia di Finanza ha bussato alla porta di casa dello chef, notificando l’avviso di garanzia e l’indagine in corso: “Un fulmine a ciel sereno – conclude – Ero completamente all’oscuro e lo dimostrerò. La Guardia di Finanza è venuta a casa nostra cercando documenti che non avevamo, e che erano presso di lui o del socio del suo vecchio studio. Sono una brava persona, con queste fatture farlocche non c’entro nulla”.

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