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Una nave ha speronato un’imbarcazione di migranti in Tunisia, almeno otto vittime

Immagine di repertorio. Credit: Marina Militare italiana

L'incidente è avvenuto nel tratto di mare che separa il paese africano dall'arcipelago di Malta. Sul posto sono intervenute quattro navi italiane per le operazioni di soccorso

Di Lara Tomasetta
Pubblicato il 9 Ott. 2017 alle 10:43 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 08:31

Un barcone con 70 migranti a bordo è stato speronato da una nave da guerra tunisina, al largo delle coste di Tunisi. Nell’incidente sono morte almeno otto persone e ci sono diversi dispersi.

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L’incidente è avvenuto a circa 54 chilometri dalla spiaggia di El Ataya, sulle isole tunisine Kerkennah.

Quattro navi italiane e un aereo delle forze maltesi sono intervenute sul luogo dell’incidente. Le operazioni di soccorso sono però coordinate dalla Guardia costiera di Malta.

Secondo quanto riferisce l’agenzia Ansa, la nave con a bordo i migranti è affondata a seguito dell’incidente.

Sul posto si trovano due navi delle Guardia costiera italiana, una nave della Guardia di finanza e una della Marina militare.

Il ministero della Difesa tunisino ha intanto aperto un’inchiesta per indagare sulle cause della collisione. Secondo quanto riferiscono le autorità del paese nord africano, almeno 38 migranti sono stati salvati dalla marina tunisina, che era impegnata in un’operazione di avvicinamento all’imbarcazione poco prima dell’incidente. 

Secondo il portavoce dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, Flavio Di Giacomo, ci sono almeno 20 dispersi e le persone sopravvissute sono quasi tutti tunisini.

Nonostante quella libica resti ancora la rotta preferita dai trafficanti di esseri umani per trasportare migranti in Europa dall’Africa, a causa degli accordi, in particolare da parte del governo italiano, con le autorità del paese nord africano e le milizie che ne controllano alcune zone, queste organizzazioni criminali stanno spostando sempre più verso Tunisia e Algeria i percorsi destinati ai migranti.

Soltanto a settembre 2017, almeno 1.400 persone hanno raggiunto le coste meridionali d’Europa passando per questa nuova rotta.

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