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Internet contribuisce al cambiamento climatico attraverso video, mail, porno e chat

Netflix, video online, chat e mail possono essere "inquinanti"

Di Madi Ferrucci
Pubblicato il 22 Lug. 2019 alle 12:06 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 03:10

Internet contribuisce al cambiamento climatico attraverso Netflix, video online, mail, chat e ricerche su Google

I flussi di dati che viaggiano continuamente attraverso internet possono contribuire al cambiamento climatico. Ad affermarlo è una ricostruzione di Valori.it, rivista online promossa da Banca etica, uno dei pochi istituti di credito in Italia ispirato alla Finanza Etica. L’invio dei dati a migliaia di chilometri di distanza passa attraverso degli enormi data center o super-computer center sempre accesi che consumano grandi quantità di energia.

Nel 2009 uno studio di McAfe dimostrava come lo spam fosse responsabile da solo dell’emissione di gas serra prodotto da tre milioni di automobili, l’equivalente dell’inquinamento prodotto da 7,5 milioni di litri di benzina.

Lo studio

Il think tank francese The Shift Project ha recentemente pubblicato uno studio in cui viene calcolato il contributo di internet all’emissione di gas serra. Secondo i dati pubblicati internet produce il 4 per cento delle emissioni mondiali di gas ad effetto serra e il dato risulta in aumento.

I colpevoli di questo inquinamento sono soprattutto i video che generano più di 300 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. I più energivori sarebbero i film porno che rappresentano il 27 per cento del totale del traffico mondiale. Nel 2018 hanno prodotto oltre 80 milioni di tonnellate di CO2, equivalenti allo 0,2 per cento delle emissioni mondiali. Nella classifica dei video “più pesanti” e inquinanti ci sono anche le serie TV e i film di  Netflix, Amazon Prime e Openload. Anche i video YouTube rientrano in questa lista nera.

“Se vogliamo essere seri sugli obiettivi di transizione energetica è indispensabile prendere in considerazione l’impatto del digitale, che è in crescita esponenziale”, ha affermato il direttore del think tank Matthieu Auzanneau.

“Non si tratta di essere pro o contro tale o tale uso del web che sia esso la pornografia, Netflix o le mail. Si tratta di evitare che risorse preziose per la società non patiscano un sovra-consumo provocato da altre risorse considerate meno essenziali. Nel Ventunesimo secolo, non scegliere non è un’opzione possibile. La domanda è: siamo pronti?”, chiede il think tank francese.

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Come ridurre l’impatto di Internet sul cambiamento climatico

Secondo la rivista della Fondazione Finanza Etica per diminuire il danno basterebbero “alcuni semplici (e non troppo faticosi) accorgimenti. Uno di questi, banale, è evitare di effettuare passaggi inutili. Se conosciamo un indirizzo web, è molto meglio digitarlo direttamente, senza passare per Google o altri motori di ricerca. Può apparire banale, ma basterebbe già questo a diminuire notevolmente di molto l’impronta ecologica di internet”.

Un altro accorgimento suggerito dalla rivista è quello “di diminuire – ove possibile – la qualità dei video che stiamo guardando. Se non è strettamente necessario, ciò può consentire di ridurre anche drasticamente il quantitativo di dati inviati. Ancora, si può avere cura di cancellarsi da tutte le mailing list indesiderate, anziché continuare a ricevere messaggi inutili”.

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