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Covid, uno studio italiano scopre “interruttore universale” del virus: “Ecco come attacca l’intero organismo”

Credit: ANSA/Mourad Balti Touati
Di Andrea Lanzetta
Pubblicato il 6 Lug. 2021 alle 17:55 Aggiornato il 6 Lug. 2021 alle 18:05

Uno studio scientifico italiano condotto dall’Università di Brescia ha scoperto uno “interruttore universale” che permette alla Covid-19 di attaccare potenzialmente tutti gli organi del corpo umano: si tratta delle integrine, una serie di recettori espressi universalmente sulle cellule del nostro organismo.

La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Microorganisms e condotta dal gruppo dell’ateneo bresciano guidato da Francesca Caccuri, ha mostrato come le cellule endoteliali microvascolari dei polmoni siano suscettibili all’infezione da Sars-CoV-2 e alla base dei processi infiammatori che contribuiscono allo sviluppo di forme gravi di Covid.

Questo studio, ha spiegato all’agenzia di stampa Adnkronos Arnaldo Caruso, ordinario di microbiologia e microbiologia clinica all’università di Brescia e direttore del Laboratorio di microbiologia dell’Asst Spedali Civili, “identifica per la prima volta le integrine quali recettori alternativi” all’enzima 2 di conversione dell’angiotensina o ACE2, che il patogeno sfrutta per scardinare la parete delle cellule.

“L’utilizzo da parte di Sars-CoV-2 di questo specifico recettore potrebbe spiegare il coinvolgimento multiorgano tipico delle forme gravi di Covid-19“, ha sottolineato Caruso. “Infatti le integrine, al contrario di Ace2, sono recettori espressi universalmente sulle cellule del nostro organismo”. Tradotto: potremmo aver scoperto la via attraverso cui il Covid attacca tutti gli organi e non soltanto i polmoni.

Non solo. Dai risultati dello studio emerge come “le integrine potrebbero rappresentare un nuovo e importante bersaglio terapeutico per contrastare la presenza del virus a livello sistemico e contribuire a limitare la gravità della malattia”.

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