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Chi subisce un trapianto di faccia poi somiglia al donatore?

Immagine tratta dal film "Il volto di un'altra" di Pappi Corsicato
Di Clarissa Valia
Pubblicato il 26 Set. 2018 alle 15:11 Aggiornato il 26 Set. 2018 alle 15:29

Dopo il primo trapianto di faccia eseguito in Italia su una donna, ci si domanda se un trapianto facciale abbia come conseguenza che il paziente a cui è stato impiantato il nuovo volto possa somigliare dopo l’operazione al suo donatore.

I medici dell’ospedale Sant’Andrea di Roma hanno infatti concluso la delicata operazione chirurgica domenica 24 settembre dopo più di 20 ore.

A una donna di 49 anni è stato impiantato il volto di una donatrice di 21 anni, morta in un incidente stradale. La donna era affetta da neurofibromatosi di tipo I, malattia genetica che causa gravi manifestazioni sulla pelle, negli occhi e sul sistema nervoso.

Purtroppo però l’operazione non è andata a buon fine a causa di un rigetto, la donna è stata nuovamente sottoposta a un intervento chirurgico in cui hanno le ricostruito il volto con i tessuti della schiena e della coscia.

A guidare l’équipe medica che si è occupata del prelievo del tessuto facciale e del successivo trapianto è stato il professor Fabio Santanelli di Pompeo, responsabile dell’Unità operativa di chirurgia plastica del Sant’Andrea, e dal dottor Benedetto Longo.

È proprio Benedetto Longo che risponde alla domanda sulla presunta somiglianza tra il paziente e il donatore in seguito a un trapianto facciale.

“Non si trasferiscono le caratteristiche traumatiche da una persona all’altra, perché è diversa l’impalcatura sulla quale si appoggia il viso prelevato. Certo, abbiamo anche trapiantato pezzi di osso ma vengono adeguati alla struttura del ricevente. Il risultato comunque è una fisionomia diversa sia da quella del donatore che da quella che il ricevente aveva prima. La nostra paziente era stata preparata anche psicologicamente al cambiamento”, spiega il chirurgo al quotidiano Repubblica.

Benedetto Longo è, tra le altre cose, un medico precario. Ha condotto l’intervento chirurgico più importante degli ultimi anni nel nostro Paese, ma ha uno stipendio di 2mila euro lordi al mese.

Il chirurgo del primo trapianto di faccia in Italia è un precario da 2mila euro lordi al mese

Qui avevamo raccontato la storia di Katie, apparsa su National Geographic.

A 21 anni Katie Stubblefield è diventata la persona più giovane negli Stati Uniti a ricevere un trapianto di faccia.

L’operazione, eseguita a maggio 2017, è durata 31 ore e puntava a ripristinare la struttura e le funzioni del viso di Katie.

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