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    Consiglio d’Europa, allerta per le parole di Salvini sulla scorta di Saviano: “Caso di intimidazione”

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 4 Giu. 2019 alle 18:33 Aggiornato il 5 Giu. 2019 alle 08:03

    Le minacce del ministro dell’Interno Matteo Salvini di togliere la scorta a Roberto Saviano sono state aggiunte alle “allerte” pubblicate sulla piattaforma per la protezione dei giornalisti del Consiglio d’Europa.

    Il capo del Viminale aveva ventilato la possibilità di revocare la protezione allo scrittore in un video postato su Facebook il 29 maggio e il caso è stato definito come “intimidazione attribuibile allo Stato” dal Consiglio e inserito tra quelli di massima pericolosità per l’incolumità dei cronisti.

    “Un bacione a Saviano. Sto lavorando anche a una revisione dei criteri per le scorte che impegnano ogni giorno 2mila uomini”, era stato il messaggio del ministro Salvini, rilasciato nel corso di una diretta Facebook.

    “Saviano è sotto costante scorta della polizia dal 2006, dopo aver pubblicato il libro ‘Gommora’, denunciando le pratiche della camorra, la mafia napoletana”, si legge sul sito del Consiglio d’Europa. “Nel video Matteo Salvini manda un bacio alla telecamera, dicendo ‘Un bacio a Saviano, sto lavorando a una revisione dei criteri per le scorte'”.

    Lo scambio di accuse tra il leader della Lega e attuale ministro dell’Interno e il giornalista va avanti da anni, ma si era acuito quando Salvini aveva minacciato di togliere la scorta al giornalista.

    Una simile dichiarazione era già stata fatta dal ministro nel 2017, quando aveva affermaot di voler “valutare se ci fosse qualche rischio”che giustificasse le misure di sicurezza per Saviano, “per capire dove andava a finire il denaro degli italiani”.

    Matteo Salvini può revocare la scorta di Roberto Saviano?

    Non è neanche la prima volta che il Consiglio d’Europa accusa il ministro Salvini – e Luigi Di Maio – di aver espresso commenti che mettono in pericolo la libertà di stampa in Italia.

    Come si legge in un report pubblicato a maggio, il due vicepremier “esprimono regolarmente una retorica particolarmente ostile a media e giornalisti sui social”.

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