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    Le Sardine scrivono una lettera a Salvini: “Esponi Nibras alla gogna della rete, vergognati”

    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 29 Dic. 2019 alle 12:24 Aggiornato il 29 Dic. 2019 alle 12:29

    Le Sardine hanno scritto una lettera a Matteo Salvini

    Le Sardine di nuovo contro Salvini, questa volta con una lettera.

    Il movimento delle Sardine ha scritto al leader della Lega in difesa di Nibras Asfa, la ragazza palestinese che ha parlato dal palco durante la manifestazione romana del movimento. Sui social leghisti gira un ‘meme’ dal titolo ‘Salvini asfalta la sardina’ in cui vengono riportate le parole del segretario leghista in replica alla donna, nel corso della trasmissione ‘Fuori dal coro’.

    “Senatore Salvini, creare un clima sociale in cui una donna non si sente libera, non è cristiano – scrive, per le Sardine,Lorenzo Donnoli – Nibras è italiana, e da due settimane riceve minacce indicibili con numeri da record, così, per divertirsi, che lei le ha stimolato e fomentato. I cristiani amano ed aiutano il prossimo, utilizzano comprensione e l’altra guancia, i cristiani che vivono davvero la fede”.

    Per poi aggiungere: “Per ora le uniche cose che ha asfaltato, senatore Salvini, le ricordo essere: i diritti degli operai, sempre meno tutelati per colpa delle sue leggi; la possibilità di riutilizzare i beni confiscati alle mafie, che ora se li ricomprano allegramente, e che dovrebbero tornare alla comunità; il sorriso di milioni di donne e di uomini che hanno il difetto di non condividere con lei sesso, orientamento religioso, sessuale o politico e che affrontano, ogni giorno, violenze verbali e fisiche in costante aumento”.

    Il messaggio vira poi sull’importanza di cambiare linguaggio e atteggiamento nel dialogo. “Ha asfaltato anche la possibilità di avere un confronto libero, privo di insulti e parole che richiamino all’aggressività – prosegue – Lei si è fatto eleggere al Senato della Repubblica coi voti dei cittadini calabresi. Cittadini che l’hanno votata sperando che il candidato premier potesse usare il suo potere e il suo spazio per parlare ogni giorno di nuovi strumenti per la lotta alla ‘Ndrangheta e alle mafie tutte, di malasanità, di lavoro e infrastrutture che mancano in una terra bellissima da cui si puo’ semmai fuggire come unica alternativa. Invece lei passava il suo tempo (quanto tempo) a raccontar fandonie, ad approfittare della naturale ignoranza di un popolo disilluso, deluso e ormai distratto”.

    La lettera poi chiede alcune risposte al leader del Carroccio: “Perché raccontare bugie a chi le dà fiducia ed ascolto? Perché prendere in giro gli italiani? Può dirsi cristiano colui che sceglie, con una platea di milioni di seguaci, di esporre alla gogna mediatica chi la pensa diversamente? Addirittura una ragazza che leggeva l’articolo 3 della nostra Costituzione ed il ragazzo autistico che l’ha invitata sul palco di Roma?”.

    Infine un invito a cambiare modalità di interazione sui social, con numerosi riferimenti alle questioni che riguardano e hann riguardato il carroccio negli ultimi tempi.

    “Non faccia il furbo, senatore – si legge nella lettera – lo sa bene cosa significa pubblicare sulla sua pagina la mia faccia e quella di Nibras: lo ha già fatto a Mattia, a Jasmine e a troppe donne. Si dovrebbe rileggere la risposta di Jasmine. Significa dare un grosso contributo a mettere in pericolo la tranquillità e la libertà delle persone che non la pensano come lei. Legga i commenti pubblici dei suoi fan sotto ai suoi post, sono già una rappresentazione sufficiente, seppur parziale, degli insulti che una cittadina italiana ed il ragazzo al suo fianco (autistico) stanno subendo. E sì, da fastidio chi si definisce cristiano e pensa ad aumentare le armi in circolazione invece che fermare la strage di donne ammazzate da uomini violenti e la strage di lavoratori che muoiono sul posto di lavoro: questa è l’Italia, appurato che cristianità e sicurezza sono parole che non fanno parte realmente del suo vocabolario, cosa rimane? Temo solo qualche parola violenta uscita come un rigurgito, particolarmente disgustoso, dopo 49 milioni di bicchieri di vodka”.

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