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    Salvini a Mosca, l’ambasciata russa: “Il viaggio l’abbiamo pagato noi”

    Il leader della Lega Matteo Salvini. Credit: ANSA/ANGELO CARCONI
    Di Clarissa Valia
    Pubblicato il 11 Giu. 2022 alle 17:52

    L’ambasciata russa in Italia rende noto di aver “assistito Matteo Salvini e le persone che lo accompagnavano nell’acquisto dei biglietti aerei” per il suo viaggio a Mosca previsto per il 29 maggio scorso. Un’assistenza necessaria per “le sanzioni” che hanno sospeso i collegamenti Roma-Mosca e rendono difficile l’acquisto dei biglietti di Aeroflot dall’Europa. Dopo l’annullamento del viaggio “ci è stata restituita la cifra spesa: non ci vediamo nulla di illegale”, prosegue l’ambasciata russa “in relazione alle notizie su alcuni media italiani”. A Mosca “erano pronti a incontrare il rappresentante italiano al livello appropriato“.

    La nota dell’ambasciata russa in Italia

    “Come sapete – afferma l’Ambasciata russa in Italia nella nota – il viaggio di Matteo Salvini era programmato per il 29 maggio u.s.. A Mosca, come abbiamo comunicato in precedenza, erano pronti a incontrare il rappresentante italiano al livello appropriato. Poiché, a causa delle sanzioni dell’UE, sono stati sospesi i voli diretti sulla rotta Roma-Mosca, si è reso necessario per la delegazione italiana l’acquisto di biglietti aerei per un volo Aeroflot da Istanbul a Mosca. A causa delle sanzioni in vigore nei confronti di questa compagnia aerea, è difficoltoso acquistare i biglietti per i suoi voli dal territorio dell’Unione Europea”.

    “L’Ambasciata – si aggiunge – ha assistito Matteo Salvini e le persone che lo accompagnavano nell’acquisto dei biglietti aerei di cui avevano bisogno in rubli tramite un’agenzia di viaggi russa. In quanto il viaggio di Matteo Salvini a Mosca non è avvenuto per motivi ben noti, alla fine ci è stato restituito l’equivalente della cifra spesa per l’acquisto dei biglietti aerei in euro (con rispettivi documenti comprovanti)”.”Non vediamo nulla di illegale in tutte queste azioni. Quanto alle speculazioni sui nomi di specifici dipendenti dell’Ambasciata, le riteniamo assolutamente inadeguate”, conclude la nota.

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