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    Salone del Libro, Salvini: “Non andrò a Torino, io sono antifascista”

    Matteo Salvini. Credit: ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images
    Di Cristiana Mastronicola
    Pubblicato il 7 Mag. 2019 alle 18:13 Aggiornato il 7 Mag. 2019 alle 18:56

    Dopo due giorni di polemiche, Matteo Salvini è intervenuto nella discussione sul Salone del Libro di Torino, che lo vede coinvolto indirettamente. Il vicepremier leghista ha detto che non andrà all’appuntamento culturale torinese.

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    In occasione di una conferenza stampa a Milano, il ministro dell’Interno ha risposto alla domanda sulle polemiche relative alla presenza dello stand della casa editrice vicina a CasaPound Altaforte, che pubblicherà il libro-intervista proprio del vicepremier della Lega.

    “Io non sono fascista. Sono antifascista, anticomunista, antirazzista, anti-nazista. Tutto l’anti possibile”, ha detto il ministro dell’Interno. “Per me la cultura è cultura, da qualsiasi parte venga”, ha continuato ancora il vicepremier.

    “Non ho in programma una visita a Torino, non fatemi fare anche l’organizzatore di saloni di libri”, ha spiegato Salvini. “Se ci sono idee diverse, è anche bello il confronto ma non organizzo io, non allestisco io, fatemi fare il ministro dell’Interno non della Cultura”.

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    A proposito delle dichiarazioni dell’editore di Altaforte Francesco Polacchi, il vicepremier della Lega ha precisato che Polacchi ha dichiarato di essere fascista, ma “poi ha smentito alla sera. Chiedetelo a lui, io non sono fascista, sono antifascista, anticomunista, antirazzista, antinazista, tutto l’anti possibile”.

    Intanto continuano le polemiche a Torino e continuano le defezioni. Tanti gli autori che hanno scelto di non andare all’appuntamento culturale di Torino proprio per lanciare un segnale contro l’organizzazione che ha scelto di non espellere la casa editrice Altaforte.

    A dare il là è stato il collettivo di scrittori Wu Ming, seguiti dallo storico e saggista Carlo Ginzburg. A condividere la loro posizione anche il fumettista romano Zerocalcare, che ha affermato che gli è “davvero impossibile pensare di rimanere 3 giorni seduto a pochi metri dai sodali di chi ha accoltellato i miei fratelli,

    Tanti gli autori che, invece, hanno scelto di andare per lanciare un altro segnale, quello degli antifascisti che non lasciano lo spazio ai fascisti. Capofila è la scrittrice sarda Michela Murgia che, in un lungo post su Facebook, ha spiegato: “Siamo convinti che i presidii non vadano abbandonati, né si debbano cedere gli spazi di incontro e di confronto che ancora ci restano”.

    Un segnale arriva anche dalle istituzioni. Il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamaparino e la sindaca di Torino Chiara Appendino hanno dato mandato di denunciare l’editore Polacchi per apologia di fascismo.

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