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    Quirinale, Berlusconi: “Sono stato io a decidere di rinunciare per evitare polemiche”

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 4 Feb. 2022 alle 13:34

    Quirinale, Berlusconi: “Sono stato io a decidere di rinunciare per evitare polemiche”

    “Non ho nessun motivo di amarezza o di delusione”. Così Silvio Berlusconi ha commentato la scelta di rinunciare alla sua candidatura per il Quirinale a due giorni dal primo scrutinio, affermando di aver preso la decisione per evitare “polemiche o lacerazioni inopportune”. “Sono stato io a decidere, dopo un’approfondita riflessione, di non accogliere la proposta che mi era stata avanzata da tante parti”, ha detto il Cavaliere in un’intervista al Corriere della Sera, in un cui ha rivendicato anche la scelta la rielezione Sergio Mattarella, sganciando Forza Italia dagli alleati della Lega e Fratelli d’Italia, dopo che era caduta la candidatura di Pierferdinando Casini. “Quindi, ritenendo necessario garantire la stabilità del governo e del Paese, ho chiamato il Presidente Mattarella chiedendogli la disponibilità ad essere votato”, ha detto Berlusconi, affermando che “è del tutto normale che Forza Italia compia le sue scelte in piena libertà e autonomia: la coalizione di centro-destra non è un partito unico”.

    “Le parole del Presidente Mattarella alle Camere, sulla giustizia, sulla politica internazionale, sulla centralità del Parlamento, sulla difesa dei più deboli, sulla dignità delle persone stanno a dimostrare che abbiamo fatto la scelta giusta”, ha detto Berlusconi, che ha poi ribadito come la rielezione di Mattarella si “un passo importante sulla strada della stabilità. Non credo che nessuno possa né voglia rimetterla in discussione”.

    Per quanto riguarda la sua candidatura, Berlusconi ha detto di aver rinunciato “perché da due anni sto lavorando per l’unità politica e morale della Nazione in un momento di emergenza. Ho ritenuto fosse più utile all’Italia evitare che sul mio nome si consumassero polemiche o lacerazioni inopportune”.

    Nell’intervista, Berlusconi si è detto pessimista sulla possibilità che il parlamento possa approvare una nuova legge elettorale (“è una discussione astratta”) e ha aperto a una federazione con i partiti centristi come Coraggio Italia, Noi per l’Italia e l’Udc, “nel solco del Partito Popolare Europeo, di cui siamo orgogliosamente espressione in Italia”. “La storia di Renzi è diversa, un giorno forse deciderà dove vuole approdare”, ha aggiunto.

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