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    Qual è il programma politico di Italia Viva e in che modo si differenzia dal Pd

    Il leader di Italia Viva Matteo Renzi

    Le idee e i contenuti del nuovo movimento di Renzi, lanciato alla Leopolda

    Di Madi Ferrucci
    Pubblicato il 20 Ott. 2019 alle 18:24 Aggiornato il 10 Gen. 2020 alle 20:24

    Il programma politico di Italia Viva

    Il programma politico di Italia Viva non è ancora stato stilato in maniera precisa ma dalle parole dei suoi più importanti rappresentanti è già possibile fare alcune previsioni su quale sarà l’obiettivo di questa nuova forza politica.

    I due protagonisti di punta della giornata conclusiva della Leopolda 2019 a  Firenze sono stati l’ex premier Matteo Renzi (qui tutto il discorso conclusivo dell’ex premier) e la ministra Teresa Bellanova. Entrambi hanno tenuto un lungo discorso in cui hanno di fatto sancito la loro definitiva rottura dal Pd. Riferendosi ai democratici, la ministra ha parlato di “bande armate pronte alla guerra fra loro” che non potevano più stare insieme, mentre Renzi ha rimproverato al Pd il fatto di essersi troppo “adattato” all’alleanza con il M5S.

    Una casa per i riformisti e i liberali

    Italia Viva nasce dalla volontà “di dare una casa a tutti i democratici, riformisti e liberali che non si sentono rappresentati né dal sovranista Salvini né dal M5S”, spiega il politico fiorentino.

    “Una forza di centro”, chiarisce il deputato Michele Anzaldi nell’intervista con il direttore di TPI Giulio Gambino. Una forza che sembra guardare con favore e apertura anche al centro destra.

    I punti di forte contrasto con il Pd sono sostanzialmente le tasse, la spesa pubblica e quota cento. Quello di maggiore attrito con il M5S è invece la questione dei rapporti con l’Europa.

    Il weekend dei due Matteo. E il governo M5S-Pd sparisce per un giorno (di Giulio Gambino)
    Lo show dei “due Mattei” per ottenere l’incoronazione delle piazze (di Luca Telese)

    La riduzione della spesa pubblica

    Renzi lancia una proposta per ridurre “le spese intermedie” dei ministeri che rispetto a quando era al governo sarebbero “salite dai 136-139 ai 150 miliardi”: “Faccio una proposta alla maggioranza, teniamo la pressione fiscale agli stessi livelli dello scorso anno, noi ci offriamo di curare la revisione della spesa, per fare un taglio vero. Vi diciamo come e dove tagliare: vogliamo che siano presi 5 professionisti per tagliare 2 miliardi di euro nel giro di un anno, ve lo facciamo vedere noi come si fa”, dichiara.

    Casa, coraggio, donne, futuro: tutte le parole della Leopolda 10 (di Sara Dellabella)

    Cara sinistra, te la stai prendendo col Matteo sbagliato (di Lorenzo Tosa)

    Secondo Renzi, infatti, negli ultimi anni i governi che si sono succeduti “hanno lasciato troppo aperti i rubinetti” e il Pd nella sua alleanza con il M5S sarebbe intenzionato a non richiuderli. Per far fronte alla decisione di accrescere la spesa, il governo Conte bis avrebbe deciso di aumentare anche le tasse e Renzi dichiara di volersi battere insieme ai deputati e ai senatori di Italia Viva per scongiurare questo scenario.

    La riduzione delle tasse

    Secondo Renzi invece è necessario capire dove spendere e come, risparmiando sugli sprechi. Il taglio delle “spese intermedie” non dovrebbe però riguardare i servizi di base come la sanità e la scuola. Le tasse secondo Renzi non devono essere in alcun modo aumentate, o quantomeno devono essere lasciate ai livelli dello scorso anno, senza farle crescere.

    L’abolizione di Quota 100

    La seconda proposta per risparmiare è l’abolizione di Quota 100. Su questo sembra d’accordo anche la ministra Bellanova, che dal palco della Leopolda dichiara: “Se attacchiamo Quota 100 non pensiamo che le persone debbano andare prima in pensione, facciamo semplicemente una scelta di priorità politica, mettendo le risorse dove servono, in modo che tutti possano avere un lavoro e sentirsi utili alla costruzione dell’Italia”.

    Il nuovo partito di Renzi non pensa ad un abbassamento dell’età pensionabile e il leader di Italia Viva ribadisce che la misura è solo uno “spot”: “Si prendono 100mila persone e con 20 miliardi li si manda in pensione un anno prima per poi magari farci un tweet su Facebook, dicendo che è stato risolto il problema delle pensioni”, afferma.

    Lotta all’evasione fiscale

    Bisogna certamente evitare che vi sia una grossa evasione fiscale e in questo Renzi riconosce che il governo Pd-M5S sta andando nella direzione giusta. I pagamenti elettronici sono una soluzione, ma attribuisce a se stesso e alla “casa della Leopolda” il primato della proposta: “Caro presidente Conte, se vuoi combattere l’evasione fiscale ti vorrei ricordare qual è il luogo del fisco 2.0: è quello della Leopolda. Qui sono nate le iniziative che hanno fatto emergere 15 miliardi di evasione, da qui non è passato nessuno che ha firmato un condono fiscale e se hai cambiato idea ok, ma il problema non è il contante, sono le detrazioni”.

    La patente fiscale a punti

    Renzi propone una “patente fiscale a punti”: ogni volta che non vengono pagate le tasse o viene commessa una violazione, lo Stato può togliere dei punti e attribuire sanzioni corrispondenti.

    Tutti questi risparmi dovrebbero essere reinvestiti in settori strategici dell’economia che hanno bisogno di investimenti. “Per fare in modo che ci sia lavoro per tutti e che la ricchezza venga redistribuita bisogna prima creare ricchezza e dare una mano anche alle imprese”, sostiene anche la ministra Bellanova.

    L’apertura all’Europa

    L’altro punto di divergenza dal M5S è un rapporto critico nei confronti dell’Europa, Renzi continua a credere che sia possibile fare l’Italia solo in collaborazione con gli altri partner europei: dalla cancelliera Angela Merkel al presidente francese Emmanuel Macron.

    Bellanova concorda e propone un “welfare europeo” che sostenga tutti i lavoratori precari e i disoccupati dei Paesi membri dell’Unione: “L’Europa e l’industria europea servono a creare uno stato sociale europeo per dare garanzie a tutti i precari d’Europa”, dichiara.

    L’unico punto di contrasto con l’Europa riguarda la gestione della questione curda: “La Leopolda si è aperta dicendo all’Europa e alla Nato di svegliarsi: le donne di Rojava e la comandante che abbiamo conosciuto ieri ci hanno salvato dall’Isis”, aggiunge.

    Le “quote azzurre”

    Poi c’è il tema della scarsa presenza in politica delle donne: secondo Renzi è necessario un partito che riesca a dargli maggiore centralità rispetto al Pd, dice di voler fare “non le quote rosa” ma “le quote azzurre”, in modo che anche in i maschi non rappresentino più del 50 per cento dell’elettorato.

    Il tema dell’immigrazione: investimenti delle grandi imprese in Africa

    Il problema dell’immigrazione è risolvibile non con la politica dei muri con cui Renzi si augura che anche questo governo abbia definitivamente rotto. La soluzione sono gli investimenti: “Oggi le grandi aziende dopo che durante il nostro governo  li abbiamo incoraggiati stanno investendo in Africa”, afferma.

    Renzi vorrebbe “fare qualcosa di analogo a quanto realizzato da Macron con i socialisti”: vuole offrire uno spazio “a quelli che non credono né alla casa dei sovranismi né ad un’alleanza strutturale come quella con il M5S”. “Il mondo dei 5 Stelle noi lo rispettiamo ma non è casa nostra e siccome il Pd ha scelto legittimamente un’altra strada noi dovremmo essere chiari”, ribadisce.

    Infine annuncia la sua fiducia nella crescita della neonata formazione politica: “A fine giugno avremo un big bang degli amministratori che passeranno dalla nostra parte e che verranno alla prossima Leopolda. Puntiamo alle due cifre”, conclude.

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