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    Paragone a TPI: “Mi cacciano dal M5S? Vediamo, ma io non faccio nessuna scissione. Di Maio non deluda le aspettative”

    Gianluigi Paragone Credit: Ansa

    Il senatore, sotto "processo" dei probiviri, smentisce le voci su una pattuglia pronta a lasciare il gruppo pentastellato. Ma chiede al Movimento di rispettare il "racconto politico" della campagna elettorale

    Di Donato De Sena
    Pubblicato il 19 Dic. 2019 alle 14:54 Aggiornato il 10 Gen. 2020 alle 19:50

    Paragone e M5S: “Nessuna scissione, Di Maio non deluda le aspettative”

    “Io via dal M5S con altri dieci? Non è assolutamente vero”. Parla così a TPI Gianluigi Paragone, senatore pentastellato tra i più critici in queste settimane rispetto alla linea del Movimento. Dopo il no alla manovra economica in dissenso con il suo gruppo per il giornalista ex direttore de La Padania ed ex conduttore de La Gabbia è stata avviata una procedura di espulsione. Ma sono cominciate a circolare anche voci di un addio e di una possibile scissione in compagnia da una decina di colleghi.

    “Sono in posizione di stand-by. Attendo. Mea sponte non vado da nessuna parte, non organizzo alcunché”, spiega ora al The Post Internazionale. E su un’eventuale uscita dal M5S per ordine dei probiviri dice: “Mi accomoderò nel gruppo misto ma mi difenderò”.

    Lei ha votato no sulla manovra ma resta nel M5S. Questa convivenza resta difficile al momento?

    “Lo lasceremo giudicare ai probiviri”.

    Quale sanzione si attende? Un’esclusione?

    “Sono in posizione di stand-by. Attendo”.

    Si parla di una possibile uscita dal Movimento 5 Stelle. Secondo un retroscena lei e altri 10 Cinque Stelle siete pronti a lasciare. È vero?

    “Assolutamente no. Mea sponte non vado da nessuna parte, non organizzo alcunché”.

    Se non verrà espulso, resterà nel gruppo?

    “Assolutamente sì”.

    Lei che messaggio lancia a M5S e Di Maio? Cosa consiglia e cosa chiede in questa fase?

    “Chiedo di non deludere il sogno di tantissimi italiani, che sulla base di un programma elettorale e di un racconto elettorale, si erano affidati a questo gruppo”.

    Cosa pensa della commissione banche e della bocciatura di Elio Lannutti. Ora potrebbe essere Carla Ruocco a guidare la commissione.

    “Aspettiamo a vedere chi sarà il presidente e capiremo. È chiaro che il profilo di Carla Ruocco è diverso da quello di Alvise Maniero. Faccio notare che Maniero comunque nella nostra votazione interna era al di sotto di un voto per un voto da Lannutti. Quindi toccherebbe a lui la presidenza”.

    In cosa diversi?

    “Mi attengo a una regola molto semplice, quella della votazione interna”.

    Lei ha avuto proposte da altre forze politiche, contatti? Qualcuno le ha fatto capire che le porte sono aperte?

    “Quando tu non vuoi lasciare il gruppo per cui hai fatto campagna elettorale e con cui sei stato eletto ogni sirena è priva di significato. Come Ulisse, mi sono praticamente tappato le orecchie con i tappi di cera. Nulla ha senso. Sono fedele al programma elettorale e alle cose che ho sempre detto dai palchi del Movimento 5 Stelle”.

    E se arriva l’espulsione dai probiviri?

    “Temporaneamente mi accomoderò nel gruppo misto ma mi difenderò”.

    Come si difenderà?

    “Ci sono delle procedure a difesa delle regole”.

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