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    Paragone: “Accordo Pd-M5S? Potrei tornare a fare il giornalista”

    Foto: Gianluigi Paragone. Credit: Ansa

    Il senatore pentastellato contro la possibile intesa "giallorossa"

    Di Donato De Sena
    Pubblicato il 24 Ago. 2019 alle 15:29 Aggiornato il 10 Gen. 2020 alle 20:27

    Paragone contro l’accordo M5S-Pd

    Non tutti ai piani alti del M5S accetterebbero un accordo di governo con il Pd: lo confermano le parole di Gianluigi Paragone, uno dei volti più noti dei pentastellati, senatore, giornalista, entrato per la prima volta in Parlamento nel 2018. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera ha manifestato, in piena trattativa tra Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti, la sua contrarietà a un’intesa con il centrosinistra.

    Paragone: “Con accordo M5S-Pd potrei tornare a fare il giornalista”

    L’audio di Matto Renzi su Paolo Gentiloni – ha affermato Paragone – “conferma uno scollamento nel Pd” e “dimostra che questo eventuale governo rischia di essere un’operazione finalizzata al ripesarsi nel Pd e al suo risistemarsi nel sistema di potere prima di una tornata di nomine decisive: dalle aziende pubbliche fino al presidente della Repubblica”.

    Per l’esponente M5S sarebbe meglio andare a votare, come chiede Matteo Salvini: “In subordine, se dovessi scegliere un partner di governo cercherei uno spiraglio con la Lega, partito che, come il Movimento, si è battuto contro il sistema liberista e finanziario che taglia fuori l’economia reale, le famiglie, le piccole imprese”.

    Si tratta di una posizione minoritaria nel Movimento 5 Stelle “perché – ha detto Paragone – Salvini ha compiuto un tradimento”. Renzi – è l’analisi del senatore – “sta giocando la sua partita, ma io non vorrei che il Movimento e il Paese facessero le spese di chi vuole tornare al vecchio sistema”.

    Infine su un’eventuale sua uscita dal M5s, il senatore ha commentato: “Non è una decisione che prendo ora, ma se pioverà aprirò l’ombrello”. Per tornare alla Lega? “No, a fare il giornalista”. Paragone dice di essere disposto a rinunciare anche alla presidenza della commissione nazionale sulle banche. “Se si fa una maggioranza con il Pd nessuno può contare sulla mia disponibilità. È evidente che non potrei accettare di essere votato dalla Boschi. Anzi il fatto che il Pd voglia mettere la Boschi nella commissione è la prova che quel partito non è cambiato”.

    “Il Pd? Senso di spocchia e di superiorità”

    Paragone da diversi giorni si è schierato contro l’intesa “giallorossa”, apertamente, sui social. Su la sua pagina Facebook ha condiviso le posizioni di Alessandro Di Battista, che tra i big M5S è certamente il più scettico sull’ipotesi di un’alleanza con i Dem. Nell’ultimo post il senatore-giornalista ha scritto: “Più sento parlare quelli del Pd e più avverto quel solito senso di spocchia e di superiorità che mal sopporto… Sanno sempre tutto loro: ora dovete cambiare, dovete fare quello che vi diciamo noi e vedrete che alla fine entrerete nel club dei buoni, dei bravi… Quindi quando dicevamo che avevano creato povertà e distrutto il ceto medio scherzavamo? Io no, sia chiaro”.

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