Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Politica
  • Cronaca
  • Home » Politica

    Open, ok del Senato a conflitto di attribuzione. Renzi: “Nessuno può violentare la vita delle persone”

    Il leader di Iv, Matteo Renzi, interviene al Senato sul conflitto di attribuzione contro i magistrati fiorentini per il caso della Fondazione Open, Roma, 22 febbraio 2022. Credit: ANSA/ MAURIZIO BRAMBATTI
    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 22 Feb. 2022 alle 19:32 Aggiornato il 22 Feb. 2022 alle 19:37

    Open, ok del Senato a conflitto di attribuzione. Renzi: “Nessuno può violentare la vita delle persone”

    “Continuo a difendere l’idea che la politica non faccia schifo”. Lo ha detto oggi Matteo Renzi, durante un discorso accorato nell’Aula del Senato, che oggi ha approvato la richiesta di sollevare il conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale per l’inchiesta Open, in cui l’ex segretario del Partito democratico è indagato per finanziamento illecito ai partiti. I voti favorevoli sono stati 167, a fronte di 76 contrari e nessun astenuto.

    Durante il discorso, Renzi ha rivendicato la decisione di denunciare i magistrati che stanno indagando sulla fondazione che sosteneva le sue iniziative politiche. “Il punto del contendere non è il metodo di quella magistratura”, ma il fatto è che la “legge è uguale per tutti”.

    Se “un “cittadino, che se lo può permettere, decide”, soprattutto per motivi politici, di denunciare alcuni giudici e “richiama l’attenzione degli altri colleghi magistrati” questo è “un gesto di civiltà”, non è un “atto eversivo”, ha detto il leader di Italia viva, che ha anche commentato la pubblicazione di una email inviatagli dal padre, finita agli atti dell’inchiesta.

    “Non è consentito a nessuno violentare la vita delle persone pensando sia giusto”, ha detto Renzi. La procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio del senatore e di altre 10 persone, oltre a quattro società, per l’inchiesta. Oltre a Renzi, tra gli accusati figurano anche Luca Lotti, Maria Elena Boschi, l’ex presidente della fondazione Open Alberto Bianchi e l’imprenditore Marco Carrai, amico storico di Renzi, ai quali sono stati contestati reati vanno dal finanziamento illecito ai partiti al traffico di influenze, fino alla corruzione.

    “In questa vicenda i denari sono tutti trasparenti”, sono “bonificati”. L’indagine “non è sui soldi ma su che cosa è un partito e che cosa non è”, ha detto Renzi. “Fare politica non è reato”. E “[io non] fuggo dal processo” ma “chiedo di sollevare conflitto di attribuzione”. “Se c’è da lottare controcorrente lo faccio, se c’è da dire che la politica è una cosa seria io lo faccio”, ha aggiunto. E ha sottolineato: “continuo a difendere l’idea che la politica non faccia schifo”.

    Il Senato oggi dovrà votare sul parere della Giunta per le immunità, che ha chiesto di sollevare conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale sul caso Open e sulle conversazioni captate del leader di Italia viva. In Giunta la proposta è passata grazie ai voti di tutto il centrodestra e a quelli d’Italia viva (contrari solo i senatori del Misto, Pietro Grasso e Gregorio De Falco). Il Pd e il Movimento 5 Stelle si erano astenuti, sostenendo di non avere abbastanza materiale a disposizione per prendere una decisione. Oggi invece il partito guidato da Enrico Letta si è espresso a favore della richiesta, così come la Lega, mentre il M5S ha votato contro. Secondo la relatrice Fiammetta Modena, senatrice di Forza Italia, la questione verte sull’utilizzo di messaggi Whatsapp da parte degli inquirenti. “Ritenendo che il messaggio scritto su Whatsapp rientri pleno iure nel concetto di ‘corrispondenza’, appare illegittimo il sequestro dello stesso senza una preventiva autorizzazione del Senato”, afferma Modena nella relazione.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version