Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Politica
  • Home » Politica

    Monti: “A differenza di Draghi non avrei mai pensato di lasciare il governo prima”

    Credit: ANSA / OLIVIER HOSLET
    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 31 Gen. 2022 alle 14:23 Aggiornato il 31 Gen. 2022 alle 14:42

    Monti: “A differenza di Draghi non avrei mai pensato di lasciare il governo prima”

    Il caos che ha portato alla rielezione di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica era dovuto prima di tutto a un “vizio d’origine”: la volontà di Mario Draghi di andare al Quirinale. A dirlo è l’ex presidente del Consiglio Mario Monti, che in un intervento a In Onda su La7 ha rivolto più di qualche critica all’attuale inquilino di palazzo Chigi.

    Il senatore a vita inizialmente si è detto d’accordo nel paragonare sotto alcuni aspetti il suo governo a quello attuale. “C’è però una differenza abbastanza importante”, ha detto Monti prima di dare la stoccata. “Nel caso mio ho esercitato i compiti e le decisioni fino alla fine del governo, che coincideva con la fine della legislatura. Non mi è venuto in mente neanche per un attimo, quando la popolarità del governo scendeva perché si avvicinavano le elezioni e i partiti andavano per la loro strada, di lasciare o di pensare di lasciare”.

    “La situazione oggi è diversa perché il presidente Draghi, per ragioni sue, ha fatto sapere che sarebbe stato disposto a passare ad altro incarico, a metà dei due anni sui quali gli abbiamo dato la fiducia per reggere il governo. Quindi non è perfettamente analoga la situazione”, ha aggiunto, offrendo una propria lettura dei fatti che hanno portato alla rielezione di Mattarella.

    “Il modo in cui ci si è arrivati è stato disastroso, per due ragioni non per una”, ha premesso Monti. “Una quella ovvia, la debolezza della politica, l’incapacità delle leadership politiche. L’altra non nascondiamolo, il vizio di origine”, vizio che, secondo il presidente della Bocconi, è possibile cogliere tramite una delle frasi pronunciate da Mattarella dopo il voto “quando ha detto ‘queste condizioni impongono di non sottrarsi ai doveri cui si è chiamati, e naturalmente devono prevalere su altre considerazioni e su prospettive personali differenti’”.

    “Il problema è stato che le prospettive personali dei due vertici, il presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio, in questo caso non erano allineati”, ha continuato. “Il presidente Mattarella legittimamente, con chiarezza, in modo naturale e comprensibile, ha fatto sapere che sette andavano bene, di più no”, ha detto Monti, per poi tornare ad attaccare l’ex presidente della Banca centrale europea. “Il presidente Draghi con altrettanta legittimità, in modo forse un po’ meno chiaro, ha fatto sapere o lasciato capire una cosa diversa dal naturale atteggiamento di un presidente del Consiglio in carica, ben lontano da fine mandato e con compiti impegnativi, e cioè che sarebbe andato ben volentieri al Quirinale. Tutto il resto è la conseguenza di questo”, ha sottolineato, sostenendo che in questo modo è stato caricato sulle spalle della politica “già scalcinata e debolissima”  un peso che nessun sistema politico sarebbe stato in grado di sopportare.

    Monti è poi tornato a ribadire come sia stato “un po’ destabilizzante avere quell’ambizione totalmente legittima perché negli ultimi mesi aveva rallentato l’incisività dell’azione di governo”. “Bisognava cercare soluzioni per il Quirinale che andassero bene anche al presidente del Consiglio, quasi quasi sembrava che dovesse essere lui a indicarle”

    “Io non sono considerato un fan della politica e un ‘antipatizzante’ della tecnica ma occorreva qui che nascesse una soluzione politica”, ha evidenziato Monti. “Anche ipotesi che sono circolate, due tecnici uno alla presidenza del Consiglio e uno alla presidenza della Repubblica, mi sembravano del tutto anomale”, ha aggiunto .”I capi dei partiti erano in fibrillazione totale perché trattavano del Quirinale ma anche delle poltrone a palazzo Chigi: è questo il sovraccarico”.

    Il timore di Monti, ha spiegato, è che quanto accaduto possa favorire una spinta verso una riforma in senso presidenziale. “Non vorrei che alla fine, quando si chiuderanno i conti, si dica: ‘questo sistema è da gettare completamente, si vada alla repubblica presidenziale’”. “io ho molte riserve sulla repubblica presidenziale”, ha detto Monti, auspicando che non si ripeta “la pessima prova vista questa volta”, che “ha avuto delle origine anche insospettabili e non appartenenti alla politica”.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version