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    Romaniello (M5S) a TPI: “Mes senza condizionalità? L’Ue può inserirle quando vuole”

    Cristian Romaniello, deputato M5s. Credit: Ansa
    Di Fabio Salamida
    Pubblicato il 30 Giu. 2020 alle 13:10

    Il Movimento 5 Stelle conferma la sua netta contrarietà al MES, una posizione ribadita anche stamane nel corso di una riunione di governo in cui si sarebbero discussi i prossimi provvedimenti ormai in dirittura d’arrivo, tra cui il Decreto Semplificazioni. “Registriamo che alleati di governo insistono sull’adozione del Mes. Vale lo stesso per il Movimento 5 Stelle, che continua a confermare la propria linea: il Mes non è uno strumento idoneo e restiamo contrari. Se debito deve essere, allora meglio che avvenga attraverso lo scostamento di bilancio che utilizzando uno strumento che riteniamo non solo inidoneo ma pericoloso”, aveva ribadito ieri in una nota il capo politico, Vito Crimi. Un vero e proprio muro, dunque, che sta creando non poche fibrillazioni nel Governo. Il perché il Movimento 5 Stelle è così nettamente contrario a richiedere il MES, lo spiega a TPI deputato Cristian Romaniello, membro grillino della commissione Affari Esteri e Comunitari, tra i più ferrati del suo gruppo sui temi economici.

    “Prima di tutto, esistono alternative: il PEPP (Pandemic Emergency Purchase Programme) – peraltro ampliato di 600 miliardi all’inizio di giugno – prevede acquisti per 1.350 miliardi fino a giugno 2021, con reinvestimento dei titoli giunti a scadenza fino a tutto il 2022. I margini nella gestione economica del MEF sono molto ampi grazie a questo, i tassi sono relativamente bassi, la domanda di titoli italiani superiore all’offerta. Altri strumenti europei sono il PSPP (Public Sector Purchase Programme), che prevede anch’esso l’acquisto di BTP da parte della BCE e il Recovery Fund”.

    Tutto vero, ma questo MES non è quello che fu acceso dalla Grecia, è limitato alle spese sanitarie ed è senza condizionalità.
    La verità è che non esiste un serio ‘senza condizionalità’, per questo abbiamo diverse riserve. Il MES sanitario è una linea ECCL Enhanced conditions credit line) e quindi è soggetta all’articolo 14 del trattato MES, un articolo che consente al Consiglio di Amministrazione – l’organo che di fatto gestisce il Fondo Salva Stati – di inserire successivamente eventuali condizionalità. Diciamo che oggi si apre una linea di credito sanitaria ‘senza condizionalità’, ma domani potremo veder cambiare la linea sanitaria e potrebbero essere inserite le condizionalità con il piano di aggiustamento macroeconomico.

    Quindi il vero nodo per voi sono i trattati europei?
    Se non si modifica il trattato sul funzionamento dell’Ue e il trattato MES, nessuno può impedire che si possa essere sottoposti a rigide condizionalità. Il MOU firmato dalla Grecia conteneva oltre 1.600 prescrizioni, molte riguardanti le politiche sociali o il mercato del lavoro.

    PD e Italia Viva, favorevoli a chiedere i 37 miliardi che spetterebbero all’Italia, replicano che il MES è di fatto un prestito a condizioni molto vantaggiose rispetto a quelle di mercato, soprattutto per il tempo molto lungo in cui andrebbe restituito (10 anni) e per i tassi molto bassi.
    Il prestito del MES è ‘senior’ a tassi variabili, quindi, il creditore MES viene rimborsato in via prioritaria rispetto ai creditori di BTP. Di conseguenza, i BTP diventano più rischiosi e un ipotetico risparmio sui tassi del prestito ESM viene superato da questo effetto. Il nostro principale mezzo di finanziamento del debito resta il BTP, mi pare un rischio abbastanza rilevante. Inoltre, i BTP acquistati dalla BCE sono in realtà acquistati dalla Banca d’Italia, che alla fine di ogni esercizio rigira gran parte degli interessi al bilancio dello Stato. Davvero riteniamo di non avere mezzi migliori?

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