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    Consultazioni: Mattarella dirà sì al governo M5s-PD, ma darà poco tempo ai due partiti

    Sergio Mattarella
    Di Giovanni Macchi
    Pubblicato il 21 Ago. 2019 alle 07:42 Aggiornato il 21 Ago. 2019 alle 08:38

    Mattarella e il nuovo governo. Dopo le dimissioni di Giuseppe Conte, arrivate martedì 20 agosto durante un infuocato dibattito parlamentare, l’esperienza del governo M5s-Lega è ormai esaurita.

    Spetta ora al presidente della Repubblica Sergio Mattarella dare uno sbocco alla crisi. Mercoledì 21 agosto, alle ore 16, cominciano le consultazioni (qui il calendario completo).

    Il Capo dello Stato, in realtà, opererà come suo solito da arbitro: le soluzioni che avanzerà saranno quelle che gli verranno prospettate come fattibili dai partiti durante le consultazioni.

    E, al momento, l’unica soluzione praticabile sembra quella di un governo politico tra il Partito Democratico e il Movimento Cinque Stelle: Mattarella verificherà questa ipotesi e, se dem e grillini confermeranno la loro volontà di creare un esecutivo giallorosso, avvierà le procedure per far sì che questo accada.

    Il che significa, innanzitutto, dare ai due partiti un po’ di tempo per trovare una convergenza su un programma di massima, magari conferendo un mandato esplorativo a un ipotetico premier della nuova coalizione (Conte resta in pole position, ma ci sono anche altri nomi).

    Già, ma quanto tempo? Dopo le elezioni del 4 marzo 2018, passarono tre mesi prima che si trovasse una quadra per la formazione di un nuovo governo. Un tempo decisamente troppo lungo, che Mattarella stavolta non è disposto a concedere.

    PD e Cinque Stelle avranno quindi solo pochi giorni per interloquire e trovare un accordo.

    Come scrive Marzio Breda sul Corriere della Sera, “probabilmente ai potenziali partner giallorossi sarebbe necessario qualche giorno di decantazione e di approfondimenti, se davvero volessero esplorare questa strada, per mettere a fuoco un contratto di programma e relative strategie. Il capo dello Stato concederà un supplemento temporale per i negoziati, purché gli venga esplicitamente chiesto”.

    “Ma non sarebbe questione di settimane, per lui, quanto di giorni. Trascorsi i quali non potrà che far scattare il tutti a casa, rassegnandosi al voto. Al quale non potrebbe portarci questo esecutivo dimissionario, ma un governo di garanzia elettorale insediato personalmente da Quirinale”.

    Riusciranno dem e pentastellati a mettersi d’accordo nel giro di pochi giorni?

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