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    Lo strafalcione del senatore Malan (FdI) sui cambiamenti climatici: “Ma il mare non è tutto allo stesso livello?”

    Credit: Ansa foto
    Di Sofia Gadici
    Pubblicato il 2 Nov. 2021 alle 16:40

    Il senatore Lucio Malan di Fratelli d’Italia ha affidato a Twitter una domanda retorica (e sbagliata) che ha provocato ilarità: “A UnoMattina si parla di un villaggio “che sarebbe il primo a scomparire a causa del cambiamento climatico” perché è sul mare. Ma il mare non è tutto allo stesso livello?“, si legge sul profilo del senatore.

    Il villaggio a cui Malan si riferisce è Fairbourne, un piccolo borgo gallese di 850 abitanti che si affaccia sul Mare d’Irlanda. In quella zona l’innalzamento del livello del mare sta provocando una costante e inesorabile erosione della costa. Si stima che il villaggio possa scomparire entro i prossimi 26 anni. Le autorità locali studiano un piano per ricollocare gli abitanti entro il 2055 e il Regno Unito sta valutando la possibilità di conferire a Fairbourne lo status di “rifugiato climatico”.

    Nel suo tweet il senatore Malan ha compiuto due errori. Il primo è quello di credere che il livello del mare sia uguale ovunque, non è così. L’altezza può variare da zona a zona e dipende da diversi fattori. Quando convenzionalmente si fa riferimento a un’unica altezza si tratta semplicemente di una media. Il secondo errore è quello di credere che l’innalzamento del mare provochi effetti uguali ovunque. Il cambiamento climatico provoca conseguenze che variano a seconda del territorio: dipendono, ad esempio, dalla morfologia della costa, dalla presenza di barriere naturali o artificiali, da come sono stati costruiti gli insediamenti urbani.

    Non è la prima volta che il senatore Malan si dimostra scettico rispetto al riscaldamento globale e ai suoi effetti. Nel 2019, intervistato a La7, ha sostenuto: “Sulla questione dei cambiamenti climatici è sbagliato pensare che un piovasco in Liguria dipenda dal fatto che guidiamo il suv. Ci vorrebbe rispetto per la vera scienza. Recentemente è emerso un manifesto di 500 scienziati che denuncia l’infondatezza scientifica di queste teorie”.

    Il manifesto in questione è stato successivamente considerato poco credibile perché i firmatari non erano esperti in climatologia. Al contrario, oggi si può affermare che la totalità degli esperti climatici concorda sul fatto che i cambiamenti climatici siano reali e siano causati dalle attività degli esseri umani.

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