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    Ius culturae, Pd e M5s trovano l’intesa per la riforma della cittadinanza per i figli degli immigrati

    Di Laura Melissari
    Pubblicato il 27 Set. 2019 alle 19:31 Aggiornato il 27 Set. 2019 alle 19:44

    Ius culturae, Pd e M5s trovano l’intesa per la riforma della cittadinanza per i figli degli immigrati

    La riforma della cittadinanza per i figli degli immigrati, che introduce lo Ius Culturae può ripartire. Tra Pd e M5s c’è l’intesa e il testo della riforma è arrivato in commissione Affari costituzionali della Camera dei deputati, il relatore è Giuseppe Brescia, del M5s.

    L’esame della riforma riprende giovedì 3 ottobre.

    Il testo della riforma della cittadinanza, a prima firma Laura Boldrini, era stato presentato da Leu nell’ottobre 2018, che allora era ancora all’opposizione.

    “Siamo ancora all’inizio ma credo si possa lavorare per introdurre lo ius culturae, legando la cittadinanza alla positiva conclusione di un ciclo di studi, e non alla sola frequenza. Non c’è solo il testo a prima firma Boldrini da esaminare. Ci sono diversi testi di altri gruppi, tra cui un testo Polverini di Forza Italia che introduce proprio lo ius culturae. Naturalmente arriverà anche un testo M5S. Serve una discussione che metta all’angolo propaganda e falsi miti, guardi in faccia la realtà e dia un segnale positivo a chi si vuole integrare”, ha spiegato Brescia.

    “Non abbiamo molto scuse. Se tutti crediamo in quel che abbiamo dichiarato in questi anni lo ius soli si può fare”, ha commentato poi Matteo Orfini, ex presidente del Pd.

    Il testo è stato accolto con favore anche dagli ambienti ecclesiastici. “Lo Ius culturae è da promuovere, perché l’integrazione, senza il riconoscimento da un punto di vista normativo, sarebbe un contenitore vuoto”, ha detto il cardinale Gualtiero Bassetti della Cei.

    Anche la ministra della Famiglia, Elena Bonetti, si è detta favorevole a una riforma della cittadinanza. “Un bambino figlio di stranieri che concluda un ciclo di studi nel nostro paese deve avere la cittadinanza italiana con lo Ius Culturae”, ha detto in un’ intervista a La Stampa.

    Nella scorsa legislatura lo ius soli era stato uno dei temi caldi, ma poi non ha mai visto la luce. L’allora governo Renzi e poi Gentiloni erano stati criticati per non avere avuto il coraggio di portare avanti la battaglia.

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