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    A casa senza stipendio: per l’Inps la quarantena non è più malattia. “Il governo non ha previsto fondi”

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 13 Ago. 2021 alle 13:00 Aggiornato il 13 Ago. 2021 alle 13:10

    A casa senza stipendio: per l’Inps la quarantena non è più malattia

    Ad agitare il mondo del lavoro nell’estate della quarta ondata di Covid-19 non è solo il dibattito sull’obbligo di Green pass, ma anche l’assenza dal luogo di lavoro per quarantena, che nel 2021 non sarà più equiparata al ricovero ospedaliero per i più fragili e non verrà considerata malattia come avvenuto fino a dicembre del 2020.

    L’Inps, attraverso una nota inviata il 6 agosto 2021, ha infatti fatto chiarezza sulle tutele per i lavoratori fragili del settore privato attualmente in vigore in periodo di pandemia. L’Istituto di previdenza ha dato il via libera allo smart working fino al 31 ottobre 2021, ma la quarantena non sarà più indennizzata come un qualsiasi periodo di malattia: verrà insomma considerata un’assenza a tutti gli effetti.

    “L’Inps conferma che, riguardo all’indennità previdenziale di malattia in caso di quarantena, procederà al definitivo riconoscimento degli importi dovuti per il 2020 basandosi sulle certificazioni attestanti la quarantena con isolamento fiduciario redatte dai medici curanti, anche nei casi in cui non sia stato possibile reperire alcuna indicazione sul provvedimento emesso dall’operatore di sanità pubblica”, si legge nella nota.

    “Tuttavia, poiché per il 2021 il legislatore non ha stanziato nuove risorse, l’indennità non potrà essere erogata anche per gli eventi avvenuti nell’anno in corso. Riguardo ai lavoratori “fragili”, la cui assenza dal lavoro è equiparata a ricovero ospedaliero, l’Istituto erogherà la prestazione relativamente ad eventi del 2020 e solo per quelli verificatisi fino al 30 giugno 2021, anche se il decreto-legge 23 luglio 2021, n. 105 ha differito al 31 ottobre 2021 il diritto riconosciuto ai lavoratori fragili di svolgere l’attività lavorativa in smart working”, chiarisce l’istituto di previdenza.

    Il motivo è che, a differenza di quanto previsto dal decreto Cura Italia varato a marzo del 2020 – che aveva introdotto l’equiparazione delle tutele per malattia a quelle dei periodi di assenza da lavoro dovuti all’isolamento, stanziando 663,1 milioni di euro – l’attuale esecutivo non ha previsto fondi per coprire la quarantena anche nel 2021, e le risorse messe a disposizione dal Conte bis si sono esaurite a dicembre scorso. Come riporta il Fatto Quotidiano, a poco sono servite le note inviate dall’Inps al Ministero dell’Economia e del Lavoro.

    La conseguenza è che adesso i lavoratori costretti ad osservare la quarantena perché risultati positivi al virus o perché entrati in contatto con un positivo, potrebbero arrivare a perdere fino a metà dello stipendio se il periodo previsto è di 14 giorni, restando a casa senza contributi. La bomba potrebbe esplodere a settembre se i casi di Coronavirus aumenteranno, a meno che il governo Draghi non decida di correre ai ripari con un nuovo decreto.

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