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    Guerra in Ucraina, l’Italia si prepara a inviare missili, mitragliatrici e munizioni a Kiev: oggi il decreto

    Il presidente del Consiglio Mario Draghi e il ministro della Difesa Lorenzo Guerini durante la discussione al Senato sulla crisi ucraina, il 25 febbraio 2022. Credit: ANSA/ETTORE FERRARI
    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 28 Feb. 2022 alle 15:21 Aggiornato il 28 Feb. 2022 alle 16:32

    Guerra in Ucraina, l’Italia si prepara a inviare missili, mitragliatrici e munizioni a Kiev: oggi il decreto

    Il governo italiano si riunirà oggi pomeriggio per autorizzare l’invio di aiuti militari all’Ucraina, dove continua l’offensiva della Russia che ha già spinto centinaia di migliaia di persone a lasciare il paese.

    Il decreto sul tavolo del governo autorizzerà l’invio di armi, munizioni e altri mezzi e materiali militari alle autorità governative dell’Ucraina. Secondo quanto dichiarato da Palazzo Chigi, una seconda norma in discussione questo pomeriggio riguarderà invece la questione energetica, introducendo una procedura che consentirà “maggiore flessibilità nell’uso delle diverse sorgenti di energia elettrica del paese”.

    Gli aiuti italiani, secondo il Corriere della Sera, comprenderanno missili antiaerei Stinger, missili controcarro Spike, mitragliatrici Browning, mitragliatrici Mg e munizioni per un costo di 12 milioni. Le armi e gli altri materiali arriveranno all’Ucraina  e saranno portati tramite la Nato, prima con un ponte aereo poi su un convoglio che entrerà nel paese via terra. Secondo, il decreto afferma che la missione italiana sarà autorizzata “ai sensi degli art 3 e 4 del trattato nord Atlantico”, che rispettivamente consentono alle parti di aiutarsi per accrescere “la loro capacità individuale e collettiva di resistere ad un attacco armato” e di consultarsi “ogni volta che, nell’opinione di una di esse, l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti fosse minacciata”.

    Come riporta Formiche, l’Italia farebbe per la volta ricorso a un’eccezione alla legge 185 del 1990, che impedisce di esportare armi a paesi in guerra. L’articolo 6 della legge afferma che l’esportazione ed il transito di materiali di armamento sono vietati “verso i Paesi in stato di conflitto armato, in contrasto con i principi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, fatto salvo il rispetto degli obblighi internazionali dell’Italia o le diverse deliberazioni del Consiglio dei ministri, da adottare previo parere delle Camere” e “verso Paesi la cui politica contrasti con i principi dell’articolo 11 della Costituzione”.

    Fino al 30 settembre saranno circa 4.000 i soldati messi a disposizione dell’Italia. I primi 1.350 militari dei nuclei speciali andranno in Lettonia in Romania e nel Mediterraneo orientale. In Lettonia sono già presenti 240 militari per la missione “Baltic Guardian”, in Romania saranno schierati 12 aerei e circa 130 uomini mentre in Mediterraneo orientale sono già presenti 235 uomini, due navi e un aereo. Il costo complessivo sarà di 154 milioni di euro.

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