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    Recovery Fund, Conte si affida a Merkel per mediare con Orban. Mes rinviato a dicembre

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 29 Set. 2020 alle 13:02

    Il governo rinvia la discussione sul Mes e si affida alla Germania per accelerare sul Recovery Fund

    Il governo Conte rinvia a dicembre la discussione sul Mes e punta tutto sui fondi del Recovery Fund, affidandosi alla mediazione della Germania, che sta lavorando per evitare il veto dell’Ungheria di Orban al piano Ue. In questo momento, infatti, la partita più importante il governo italiano la sta giocando in Europa dove è in atto uno scontro tra Ungheria e Polonia e il resto dei Paesi Ue sulla complessa procedura per sbloccare i soldi del Recovery (qui cosa prevede).

    Non è un caso d’altronde che Nicola Zingaretti, il quale subito dopo le elezioni Regionali aveva pungolato il governo Conte chiedendo a gran voce l’attivazione del Mes (cos’è e come funziona) forte del fatto che il Pd era uscito vincitore dalla competizione elettorale, abbia improvvisamente abbassato i toni negli ultimi giorni. Il segretario del Partito Democratico non ha cambiato idea sulla necessità di ricorrere al Mes, ma è conscio del fatto che un voto parlamentare sul Fondo salva-Stati, sul quale il M5S è da sempre contrario, e con i grillini già dilaniati al loro interno per le note vicende inerenti al partito, porrebbe fine al governo.

    Per attivare il Mes c’è tempo fino a dicembre e Zingaretti, così come il premier Conte e il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, preferiscono per il momento rinviare una discussione, che potrebbe rivelarsi potenzialmente esplosiva per l’esecutivo. Posizione confermata anche dal viceministro pentastellato dell’Economia Laura Castelli che in un’intervista ha dichiarato: “Parleremo di Mes quando sarà il momento, adesso il governo è concentrato sul Recovery Plan, un’occasione unica di sviluppo e rilancio per il nostro Paese”.

    Il Recovery Fund, dunque, si conferma la priorità assoluta del governo, su cui oltre alla credibilità, l’esecutivo si gioca la sua stessa sopravvivenza. Motivo per cui, nella giornata di martedì 29 settembre, il ministro per gli Affari europei Enzo Amendola è volato a Berlino per discutere con il suo collega tedesco Michael Roth della bozza di mediazione che la Germania presenterà agli sherpa degli Stati membri della Ue mercoledì 30 settembre. Al momento, infatti, l’ostacolo più grande è rappresentato dal mancato accordo sul bilancio tra i 27 Paesi dell’Unione senza il quale i tempi per l’avvio della procedura rischiano di allungarsi ben oltre il 1 gennaio, data fissata dalla Commissione.

    Ungheria e Polonia, infatti, hanno posto il veto alla proposta di legare la concessione degli aiuti al rispetto dello Stato di diritto. La proposta di Angela Merkel sarebbe quella di vietare gli aiuti economici solo a chi commetterà “violazioni” dello Stato di diritto. Una mediazione appoggiata formalmente dall’Italia e che è di vitale importanza per il nostro governo. Se la proposta tedesca non dovesse essere raccolta, infatti, i tempi per l’avvio della procedura si allungherebbero e l’Italia si ritroverebbe senza i 209 miliardi previsti dal Recovery e con l’obbligo, a quel punto, di attivare il Mes con tutte le conseguenze che questo potrebbe avere sulla tenuta dell’esecutivo.

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