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    Governo M5s-PD, i ministri: agli Interni spunta il nome di Luciana Lamorgese

    Il prefetto di Milano, Luciana Lamorgese, riceve la "Mela d'oro da Antonio Catricalà. Credit: ANSA/CLAUDIO PERI

    Il prefetto di Milano è un'esperta in tema di immigrazione

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 1 Set. 2019 alle 10:25 Aggiornato il 1 Set. 2019 alle 10:26

    Continuano le trattative per la formazione del governo M5s-PD, e continua anche il valzer di nomi sui possibili ministri del nuovo esecutivo.

    Nella settimana che comincia domani, lunedì 2 settembre, il premier incaricato Giuseppe Conte dovrà sciogliere la riserva: Mattarella si aspetta scelte definitive entro mercoledì al più tardi.

    Andrà quindi stilato un programma di massima ma, cosa più importante per il capo dello Stato, serviranno scelte definitive sulla scelta della squadra di governo.

    Molti ministeri, in queste ore, sono in bilico, specie i più importanti. Quello più rappresentativo è certamente il ministero degli Interni, poiché qui va indicato il successore di Matteo Salvini. Una scelta decisiva per capire se con il nuovo esecutivo verranno sconfessate le politiche leghiste in tema di immigrazione.

    Il nome nuovo che è spuntato in queste ore è quello di una donna: si tratta di Luciana Lamorgese, ex prefetto di Milano. Secondo i rumors, è lei ad essere in pole position per il Viminale.

    Nata a Potenza, Lamorgese è la prima prefetto donna nella storia di Milano. È laureata in Giurisprudenza e avvocato: ha lavorato anche alla prefettura di Varese e nel 2010 è stata nominata prefetto di Venezia.

    Lamorgese ha esperienza in tema di immigrazione perché nel 2011 è diventata “soggetto attuatore per l’espletamento di tutte le attività necessarie per l’individuazione, l’allestimento o la realizzazione e la gestione delle strutture di accoglienza nella Regione Veneto”. Dal 19 luglio 2013 al 12 febbraio 2017 è stata capo di gabinetto del ministero dell’Interno.

    Gli altri nomi papabili per il Viminale restano quelli di Franco Gabrielli, capo della Polizia, del prefetto Mario Morcone e del predecessore di Gabrielli, Alessandro Pansa.

    Altro ministero chiave è quello dell’Economia, rivendicato dal PD, che vedrebbe bene il nome di Carlo Cottarelli. È ancora in piedi però l’ipotesi che resti in sella l’attuale ministro Giovanni Tria. Altre ipotesi sono Daniele Franco, ex ragioniere dello Stato, e Dario Scannapieco, ex vicepresidente della Bei.

    Luigi Di Maio è il bilico tra il ministero degli Esteri e quello della Difesa. Il nodo maggiore resta quello del vicepremier: il capo politico del M5s, come è noto, vorrebbe mantenere questa carica, ma il PD fa muro.

    Conte dovrà trovare una mediazione: possibile che non ci siano vicepremier, o che l’unico nome sia quello di un esponente del PD. In quel caso, in pole position c’è Dario Franceschini.

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