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    La Lega risponde alle accuse sul figlio di Arata, assunto da Giorgetti: “Persona preparata”

    Il sottosegretario alla Presidenza del consiglio, Giancarlo Giorgetti, e l'imprenditore Paolo Arata
    Di Carmelo Leo
    Pubblicato il 19 Apr. 2019 alle 21:06 Aggiornato il 19 Apr. 2019 alle 21:12

    Fa discutere la notizia, circolata nella serata di venerdì 19 aprile 2019, dell’assunzione a Palazzo Chigi di Federico Arata, figlio dell’imprenditore Paolo Arata, indagato per concorso in corruzione con il sottosegretario leghista ai Trasporti, Armando Siri.

    Secondo quanto dichiarato dal Corriere della Sera, infatti, Federico Arata ha firmato un contratto di consulenza con il Dipartimento programmazione economica di Palazzo Chigi. Con la mediazione del sottosegretario alla Presidenza del consiglio, Giancarlo Giorgetti.

    La Lega, tuttavia, è intervenuta subito a spegnere le polemiche, difendendo l’assunzione di Federico Arata. “Parlamentari e ministri della Lega – si legge in una nota del partito di Matteo Salvini – continuano a lavorare anche in questi giorni di festa. Non rispondono a polemiche e insulti che si sgonfieranno nell’arco di qualche ora. Federico Arata è persona preparata. Alleghiamo curriculum”.

    Paolo Arata, il padre di Federico, oltre a essere coinvolto nell’inchiesta relativa a Siri, è indagato dalla Dia di Palermo per i suoi rapporti con Vito Nicastri, considerato molto vicino al superlatitante mafioso Matteo Messina Denaro.

    Il suo coinvolgimento nell’indagine su Siri ha sollevato un polverone perché, secondo le opposizioni, rappresenterebbe la prova dei rapporti di Arata con la politica romana e soprattutto con la Lega.

    Per questo motivo, sia Movimento Cinque Stelle che Pd hanno chiesto chiarezza.

    “Se quanto riportato corrispondesse al vero – ha dichiarato il M5s in una nota – ci troveremmo di fronte a un vero e proprio caso. La domanda che, per una questione di opportunità politica, ci poniamo, è se Salvini fosse a conoscenza di tutto questo. Ci auguriamo e confidiamo che il leader della Lega sappia fornire quanto prima elementi utili a chiarire ogni aspetto. Non solo al M5S, con cui condivide un impegno attraverso il contratto di governo, ma anche ai cittadini.

    Dura anche la presa di posizione del Pd: “Dopo le recenti rivelazioni, il presidente Giuseppe Conte non può nascondersi e ha il dovere di presentarsi in Parlamento per chiarire una vicenda che getta inquietanti ombre sul Governo. Le ipotesi di indagine della Magistratura sono gravissime e impongono al Governo di fare chiarezza”.

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