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    Ddl Spazio, FdI prova a ricucire con il referente di Musk: “Critiche basate su notizie false”. Ma era tutto vero: ecco la prova

    Il referente di Elon Musk in Italia, Andrea Stroppa, invitato alla trasmissione tv Cinque Minuti su Rai1. Credit: Minichiello / AGF

    L’approvazione unanime di due emendamenti proposti dal Pd all’articolo 25 aveva fatto storcere il naso all’uomo di Space X in Italia, che aveva minacciato Fratelli d'Italia: "Non chiamateci più". Ora la maggioranza prova a gettare acqua sul fuoco ma la toppa è peggio del buco

    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 12 Mar. 2025 alle 11:18 Aggiornato il 12 Mar. 2025 alle 11:31

    A meno di una settimana dall’approvazione in prima lettura alla Camera dei Deputati e in attesa dell’esame del Senato, il Ddl Spazio continua a tenere banco, soprattutto per il (maldestro) tentativo di Fratelli d’Italia di ricucire con il referente di Elon Musk, Andrea Stroppa. Ma la toppa, come si suol dire, potrebbe essere peggio del buco.

    Il disegno di legge contenente “Disposizioni in materia di economia dello spazio”, firmato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso, è il primo mai discusso dal Parlamento per regolare le attività economiche degli operatori attivi nel nostro Paese al di fuori del Pianeta e l’accesso al cosmo da parte dei privati, uno in particolare. Per le opposizioni infatti, così com’è scritta, punterebbe a favorire l’uomo più ricco del mondo, un’accusa da sempre respinta al mittente dalla maggioranza.

    [LEGGI ANCHE: 📌 Andrea Casu del Pd alza le barricate contro Musk in Parlamento: “Il governo sostenga l’industria nazionale”; 📌 Ddl Spazio, Andrea Casu del Pd ottiene una prima vittoria contro Musk in Parlamento: “Paletti chiari per la sicurezza digitale”; 📌 Ddl Spazio, Casu (Pd): “Oggi abbiamo dimostrato che il Parlamento non è il giocattolo di Starlink, Stroppa e Musk se ne facciano una ragione”; 📌 Ddl Spazio, Pandolfo (Pd): “Nessuna crociata anti-Musk e Starlink. Ma non possiamo affidarci a un monopolista”; 📌 Ddl Spazio, Peluffo (Pd): “Meloni dimostri la sua indipendenza da Musk. Diamo priorità all’interesse nazionale e al ruolo dello Stato”; 📌 Il caso Starlink si allarga allo spettro radio e alla banda E? Il Pd: “Nessun regalo a Musk”. Il Governo frena: “Attendiamo un coordinamento europeo”; 📌 Il Ddl Spazio passa alla Camera. Urso: “L’Italia indica la rotta all’Europa”. Protestano le opposizioni; 📌 Ddl Spazio, il tweet che inguaia il Governo. Casu (Pd): “L’articolo 25 è stato scritto su misura per Musk. Lo ha ammesso lui stesso”]

    Una delle questioni che il Ddl intende risolvere (con l’ormai famoso articolo 25) è la cosiddetta “riserva di capacità trasmissiva nazionale”, ossia una rete di comunicazioni sicure per il sistema Difesa e per la nostra diplomazia in caso di emergenza (crisi infrastrutturali, guerre, etc). Attualmente l’unica in grado di fornire questo servizio, con la sua costellazione (la più grande del mondo) di oltre settemila satelliti operativi a bassa quota nell’orbita terrestre, sembra essere proprio l’azienda di Musk, Space X, con il suo Starlink.

    L’iter parlamentare però ha rischiato di far litigare la maggioranza e il referente del patron di Space X in Italia, Andrea Stroppa. Tutto era cominciato a fine febbraio, quando il testo era ancora all’esame della Commissione attività produttive di Montecitorio, dove il centrodestra aveva bocciato quasi tutti gli emendamenti proposti dall’opposizione sull’articolo 25.

    Tuttavia l’approvazione unanime alla Commissione attività produttive di Montecitorio di due modifiche proposte dal Partito democratico aveva fatto storcere il naso a Stroppa, che aveva criticato apertamente sui social «l’intesa» tra Pd e Fratelli d’Italia. «Agli amici di FdI: evitate di chiamarci per conferenze o altro», aveva minacciato il 26 febbraio scorso il referente di Musk, senza spiegare cosa intendesse con «altro» e allegando, senza citarci, un articolo di TPI. «Il Pd ha impostato il suo contributo alla legge come una crociata anti-Musk e FdI gli è andata dietro».

    Un’accusa su cui ieri è tornato il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Galeazzo Bignami. «Le opinioni espresse da Stroppa sono legittime e lecite, come è dovuto che siano in qualsiasi Stato libero e democratico», ha commentato a margine della conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa “Spazio Cultura. Valorizzare il passato e immaginare il futuro”. Ma le critiche contro FdI, ha aggiunto il politico bolognese, «si fondavano su un’affermazione di un giornale che riteneva essere stato approvato un emendamento a prima firma del Partito democratico, che però era una notizia falsa». «Qualsiasi persona può essersi fatta un’opinione che in questo caso è fondata su un fatto non corretto», ha concluso Bignami. «Devo dire che capita che a volte, estrapolando delle notizie, possano dedursi delle conclusioni non lineari, ma se la notizia come in questo caso non era corretta…».

    Quindi il referente di Musk in Italia non ha capito o, se ha capito, aveva informazioni sbagliate. Come dicevamo, la toppa peggiore del buco. Il giornale in questione è proprio TPI e l’articolo a cui si riferisce Bignami, lo stesso allegato da Stroppa nel suo tweet del 26 febbraio, riportava correttamente la notizia dell’approvazione unanime di due emendamenti all’articolo 25 del Ddl Spazio proposti dal Pd e sottoscritti anche da Movimento 5 stelle (M5S), Alleanza Verdi Sinistra (Avs) e Azione.

    Il pezzo allegava anche i due emendamenti, come poi riportati (25.6; 25.7) anche dal sito-web della Camera, che nell’articolo 25 del Ddl Spazio introducevano il tema della salvaguardia della sicurezza nazionale e del ritorno industriale per il sistema paese. Come avevano spiegato a TPI i deputati del Pd, Andrea Casu, Alberto Pandolfo e Vinicio Peluffo, l’approvazione era il risultato non di un presunto “inciucio” ma del normale confronto parlamentare. «Tutti i rappresentanti delle opposizioni sono intervenuti e hanno sottoscritto i nostri emendamenti. La maggioranza ne ha bocciati alcuni e su altri ha preso tempo per un maggiore approfondimento. I relatori poi hanno presentato delle proposte di riformulazione», aveva ricostruito Casu. Proposte basate sulle richieste dell’opposizione e approvate all’unanimità.

    La notizia a cui si riferiva il rappresentante di Elon Musk in Italia per criticare FdI, dunque, era corretta e Stroppa non era affatto giunto a «conclusioni non lineari». Ma aveva voluto ricordare agli «amici» (così li aveva definiti lui stesso) di FdI che la politica non può giocare con Starlink. Prima di tutto non dovrebbe farlo con i fatti.

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