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    Il premier Conte al Senato: “Salirò al Colle per dimettermi”. Tutte le ultime news

    Il premier Giuseppe Conte (Photo by Andreas SOLARO / AFP)

    La cronaca della battaglia in Aula a Palazzo Madama

    Di Donato De Sena
    Pubblicato il 20 Ago. 2019 alle 06:13 Aggiornato il 20 Ago. 2019 alle 19:51

    Conte al Senato, le news sulla crisi di governo

    La mozione di sfiducia alla fine non c’è stata, la Lega l’ha ritirata. L’atteso discorso del premier Giuseppe Conte in Senato è un duro j’accuse verso il ministro dell’Interno Matteo Salvini. “La decisione di innescare la crisi è irresponsabile. Il ministro dell’Interno ha mostrato interessi personali”, ha detto il premier parlando di “opportunismo politico”. Conte ha annunciato già durante il suo discorso la fine del governo e le sue dimissioni, che arriveranno al termine del dibattito al Senato. Conte ha rimproverato a Salvini di non aver chiarito in Aula la vicenda russa e ha definito preoccupante il vicepremier quando invoca piazze e pieni poteri. Conte ha poi accusato Salvini di non avere “cultura delle regole” e di fare uso “incosciente” dei simboli religiosi.
    Il leader della Lega Salvini replica: “Rifarei tutto. Per gli insulti bastavano Saviano, Travaglio o Renzi”. Poi l’inaspettato appello al M5S: “Tagliamo i parlamentari e poi andiamo al voto”.
    Ha preso la parola anche l’ex segretario del PD Matteo Renzi: “Il governo populista ha fallito, serve un esecutivo per evitare l’aumento dell’Iva, ma io non ci sarò”. Conte replicherà a fine dibattito, poi andrà al Colle per le dimissioni (qui la diretta della giornata).

    Di seguito tutte le news aggiornate di TPI sulla giornata che in cui si potrebbe formalizzare la crisi di governo (qui tutte le date sulla crisi di governo e gli scenari).

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    (articolo in aggiornamento)

    La Lega ritira la mozione di sfiducia al premier Conte

    La Lega ha ritirato la mozione di sfiducia al Senato presentata a suo tempo nei confronti del governo Conte. Lo apprende l’Ansa da qualificate fonti di maggioranza. La Lega ha deciso di ritirare la risoluzione per la sfiducia a Conte per due ragioni: la prima è che non avrebbe senso dopo aver ascoltato il premier annunciare le dimissioni. La seconda perché, avendo aperto uno spiraglio a lavorare assieme per completare le riforme, sarebbe stato incoerente presentarla, prima di aspettare la replica del Premier. Lo fanno sapere fonti della Lega.

    Renzi: “Non sarò nel nuovo governo”

    “Sarebbe facile assistere allo spettacolo sorridendo ma la situazione impone un surplus di responsabilità. Lei oggi presidente del consiglio si dimette ed il governo che lei ha definito populista ha fallito e tutta l’Ue ci dice che l’esperimento populista funziona in campagna elettorale ma meno bene quando si tratta di governare”. Lo afferma il senatore del Pd Matteo Renzi in aula al Senato. L’ex segretario del Pd, Matteo Renzi,  durante il dibattito al Senato per le comunicazioni del presidente del Consiglio, ha detto: “Se dovesse nascere, non sarò nel nuovo governo”. “Colleghi di M5s, non so se voteremo lo stesso governo, io non ne farò parte”, ha detto Matteo Renzi in Aula al Senato. “Sono qui a dire che prima delle legittime ripicche ci sono gli interessi del Paese. Per questo daremo il nostro contributo perché a pagare la vostra sciagurata fine non siano le famiglie”.

    Salvini: “Non ho paura del giudizio degli italiani”

    Sono qua “con la grande forza di essere un uomo libero, quindi vuol dire che non ho paura del giudizio degli italiani, in questa aula ci sono donne e uomini liberi e donne e uomini un po’ meno liberi. Chi ha paura del giudizio del popolo italiano non è una donna o un uomo libero”. Lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini in Aula al Senato, dopo aver lasciato i banchi del governo ed essersi seduto tra le fila della Lega. Matteo Salvini e i senatori della Lega hanno lasciato l’Aula del Senato mentre è ancora in corso il dibattito sulle comunicazioni del premier Giuseppe Conte. Salvini e i suoi sono usciti dall’Aula dopo l’intervento di Matteo Renzi. “La durezza del discorso di Conte? Non mi preoccupo…Pentito di essermi seduto accanto a lui? No, conto di rimanere una persona a lungo educata e rispettosa e di non rispondere agli insulti”, ha detto il ministro.

    Conte al Senato: “Mi dimetto”

    “Alla fine di questo dibattito mi recherò dal Presidente della Repubblica per dimettermi”. Lo afferma il premier, Giuseppe Conte, intervenendo nell’Aula del Senato.

    Conte e il voto di sfiducia, le posizioni dei partiti

    La maggioranza dei partiti rappresentati in Parlamento è favorevole alla sfiducia nei confronti di Conte. Nell’eventuale voto al Senato sulla mozione della Lega, il premier potrebbe essere sfiduciato da Pd, Leu e dall’intera coalizione di centrodestra (Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia), incassando quindi il sostegno solo del Movimento 5 Stelle.

    Nel caso in cui la Lega non presentasse la sua mozione, invece, potrebbe essere proprio il M5S a presentare all’ultimo momento una risoluzione, un modo per evidenziare che è stato Salvini a scatenare la crisi di governo e per mettere il segretario della Lega davanti alle sue responsabilità.

    M5S

    Nella mattinata di oggi il capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, ha pubblicato sulla sua pagina Facebook una lettera rivolta a Conte in cui esprime il suo convinto sostegno per il premier in carica.

    “Caro Giuseppe, oggi è un giorno molto importante. Il giorno in cui la Lega dovrà rispondere delle proprie colpe per aver deciso di far crollare tutto, aprendo una crisi di governo in pieno agosto, in spiaggia, solo per rincorrere i sondaggi”, si legge nel post. “Oggi, al Senato, i ministri M5S saranno al tuo fianco. Ci presenteremo in aula a testa alta”, assicura Di Maio a Conte. “È stato un onore lavorare insieme in questo Governo”.

    Lega

    “In base a quello che dirà il premier, ci sarà la replica di Matteo Salvini. Diciamo che al momento non ci sono atteggiamenti pregiudiziali”, ha dichiarato capogruppo leghista in Senato, Massimiliano Romeo, in un’intervista a Il Messaggero. La mozione di sfiducia al premier “non è stata calendarizzata”, ha sottolineato Romeo. “In base alle comunicazioni che farà in aula si potranno presentare però delle risoluzioni. Vedremo cosa accadrà a Palazzo Madama”.

    Sulla stessa linea di pensiero Salvini: “Ritirare i ministri della Lega? Dipende da cosa dice Conte”, ha risposto il leader del Carroccio in una intervista su Radio24. “Chi ha la coscienza a posto e ha lavorato bene non ha mai paura delle elezioni. Io a votare andrei anche domani mattina se si potesse”, ha aggiunto Salvini.

    Pd

    Il Pd, intanto, dice di gradire l’ipotesi di un governo di larghe intese con un obiettivo di legislatura. “Sono spaventato da Salvini. Dai suoi modi, dai suoi toni, da come irride le istituzioni. È vero, abbiamo cambiato idea sui 5 Stelle, ma di fronte a emergenze vere bisogna reagire con forza, il bene della Repubblica deve venire prima degli interessi di parte”, ha chiarito il capogruppo del Pd al Senato, Andrea Marcucci, in un’intervista al Corriere della Sera.

    L’esponente dem ha comunque spiegato che al Senato “può succedere di tutto”. “Abbiamo segnali di grave pentimento di Salvini, che ha perso malamente in Parlamento”, ha sottolineato Marcucci. “Il pentimento, però, per avere successo richiede la cessione di fette di potere e di programma. Magari fanno finta di aver scherzato e ci troviamo con Di Maio premier, Conte commissario europeo e Salvini vicepremier”.

    Leu

    Per quanto riguarda la posizione di Leu sulla crisi di governo, l’ex presidente del Senato Pietro Grasso ha parlato ieri di “intesa possibile” con Pd e M5S “su molti temi”. “Penso che tutte le ipotesi siano possibili. Il problema è che attraverso le consultazioni il presidente Mattarella deve avere il tempo di verificare se c’è la possibilità di una nuova coalizione di governo”, ha detto il senatore su Radio 24.

    “Questo non deve scandalizzare, perché non dimentichiamo che le elezioni politiche si sono svolte più di un anno fa e che la costituzione le prevede ogni cinque anni. Prima dello scioglimento delle Camere, proprio per rispetto della volontà popolare, occorre che il presidente Mattarella verifichi la possibilità di qualsiasi altro accordo di governo”.

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