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    Conte: “Il governo non cadrà sul Mes”. Renzi: “Se andremo sotto in Aula dovrà dimettersi”

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 5 Dic. 2020 alle 07:49 Aggiornato il 5 Dic. 2020 alle 07:56

    Diventa sempre più scivolosa la strada del governo, che si trova a fare i conti coll’imminente voto sulla riforma del Mes, il fondo Salva Stati europeo, e con la spaccatura interna al Movimento Cinque Stelle. In un’intervista a Repubblica il presidente del Consiglio Giuseppe Conte assicura: “Non cadrò sul Mes”, ma il leader di Italia Viva Matteo Renzi, parlando a La Stampa dichiara: “Se andremo sotto in Aula sul Mes il premier dovrà dimettersi”.

    Conte: “Il governo non cadrà sul Mes, rimpasto no, confronto sì”

    Il premier Conte dichiara: “Siamo in guerra con il virus ma ora inizia la ricostruzione nel segno dell’Europa e sarà il mio governo a guidarla perché non cadrò sul Mes”. A Repubblica Conte dice anche di non temere il voto del 9 dicembre “perché il voto non sarà sull’attivazione del Mes ma su alcune sue modifiche che, grazie anche al contributo dell’Italia, sono servite a migliorare un meccanismo già esistente dal 2012”.

    Il presidente del Consiglio afferma anche che “con questo governo l’Italia sta dimostrando di poter essere protagonista in Europa e questa consapevolezza non può non favorire la coesione tra le forze politiche di maggioranza e al loro interno”. Sui malumori e le divisioni nel M5S, Conte osserva: “Seguo con molta attenzione le vicende interne del M5S che dopo gli Stati Generali sta completando il processo di rinnovo degli organi interni. Immagino che alcune fibrillazioni possano dipendere dal dibattito interno che sta accompagnando questa fase. È un momento in cui possono essere maggiori le difficoltà di operare sintesi politiche. Ma l’indirizzo del Movimento è chiaro: offrire un contributo critico al miglioramento dell’Europa”. Sul punto Conte aggiunge: “Non vedo delle pulsioni anti-Ue nel M5S. E d’altra parte le pulsioni anti-europeiste e le derive nazionaliste non hanno più spazio politico dopo che l’Europa è riuscita a rispondere alla pandemia con l’iniziativa Recovery Fund che, attraverso il meccanismo del debito comune, permetterà all’Italia di beneficiare di 209 miliardi”.

    Infine, mettendo a fuoco la posizione di Forza Italia sul Mes – avversario o potenziale alleato – il premier dice anche di non costruire “le fortune del governo sui comportamenti di una forza di opposizione”, per poi aggiungere: “Certamente continuerò a mantenere aperto un tavolo di confronto con le forze politiche, che, anche dall’opposizione, vorranno dare un contributo in ragione della fase drammatica che stiamo vivendo”. Sulla questione del rimpasto, il presidente del Consiglio si esprime così: “Il termine ‘rimpasto’ è una formula che andrebbe esiliata dal lessico della nuova politica. Cosa significa? Rimescolamento delle posizioni di governo?” si chiede Conte, per poi rispondere: “I cittadini non capirebbero. Se invece, nell’ambito di un serio e costruttivo confronto politico, una forza dovesse ravvisare l’opportunità di migliorare la sua squadra, questo sarebbe un altro discorso. Ma deve nascere dalle forze politiche, in maniera trasparente. Sono alla guida di una squadra che sta lavorando molto bene, benché sottoposta a uno stress incredibile da emergenza sanitaria, sociale ed economica”. E “il confronto che è in atto, su riforme e priorità del programma, potrà tornare utile a rilanciare l’azione di governo e impostare la ricostruzione con più determinazione. Sui tavoli di lavoro non vi sono litigi ma discussioni sulle migliori soluzioni. Non possiamo lasciarci distrarre da questo chiacchiericcio di fondo”.

    Renzi: “Se andremo sotto in Aula premier dovrà dimettersi”

    Del voto sul Mes parla anche, dalle pagine de La Stampa, il leader di Italia Viva Matteo Renzi, che dice che se nel voto sul Salva Stati “dovessero prevalere i no, la responsabilità della crisi sarebbe tutta sulle spalle dei Cinque Stelle. La partita riguarda loro, certamente non il Pd e neppure Italia Viva”. “Noi abbiamo fatto un governo per dire no agli anti-europeisti e in nome di una svolta europeista. Se prevalesse un orientamento opposto, in altre parole se il governo andasse sotto su una questione come quella, è naturale che il presidente del Consiglio si dovrebbe dimettere. È evidente che si chiuderebbe un ciclo”. Ma Renzi aggiunge anche: “Penso e credo che il Movimento Cinque stelle non impallinerà Conte in Parlamento, assumendosi la responsabilità di mandarlo a casa”.

    Sul rimpasto l’ex premier commenta: “Ho sentito Conte dire, nel giorno in cui abbiamo avuto mille morti che lui dispone dei migliori ministri. Io ne prendo atto: per me il rimpasto è un tema chiuso”. Poi chiosa: “Oltretutto noi abbiamo due ministre che vanno benissimo”, ma precisa anche: “Quanto a durare fino al 2023 non so. Se questa è la squadra non ci giurerei, ma magari sarò smentito”. Infine Renzi precisa e intima: “Finita questa fase di emergenza, ci guarderemo negli occhi e verificheremo se ci sono le condizioni, e in che forma per andare avanti. Non faccio penultimatum. Ma Italia Viva non farà la bella statuina. Mi spiace che dalla parti del premier non l’abbiano capito”.

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