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    “A Roma i ragazzi non sognano più”: parla la candidata più giovane del Pd alle comunali

    "Voglio contribuire a rendere Roma una città più vivibile e dare la possibilità ai giovani di tornare a sognare": a dirlo, in un'intervista a TPI, è Flavia Restivo, la candidata donna più giovane nella lista del Pd alle elezioni comunali della Capitale, che si terranno il prossimo ottobre

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 9 Ago. 2021 alle 14:30 Aggiornato il 10 Ago. 2021 alle 12:12

    “Voglio contribuire a rendere Roma una città più vivibile e dare la possibilità ai giovani di tornare a sognare”: a dirlo è Flavia Restivo, la candidata più giovane tra le donne nella lista del Pd alle elezioni comunali della Capitale, che si terranno il prossimo ottobre.

    Classe 1995, laureata in Relazioni Internazionali, Flavia Restivo è un’attivista politica e femminista che crede nella forza della politica, intesa come “cambiamento e miglioramento, come umanità, come democrazia”.

    In un’intervista a TPI, realizzata poche ore dopo l’ufficializzazione della sua candidatura al consiglio comunale capitolino nella lista del Pd, il cui candidato sindaco è Roberto Gualtieri, Flavia spiega perché ha deciso di mettere il suo entusiasmo, la sua passione e le sua battaglie politiche al servizio della “città più bella del mondo”.

    Flavia Restivo, lei è la candidata donna più giovane del Pd, e una delle più giovani in assoluto, alle prossime elezioni comunali di Roma. Perché ha deciso di candidarsi?
    Perché voglio cercare di rendere la mia città più vivibile con un occhio di riguardo ai giovani, ai quali dobbiamo dare la possibilità di continuare a sognare dal momento che la retorica del sogno non esiste più nella Capitale. Roma è una città bellissima e con mille potenzialità, che dobbiamo cercare di sfruttare al massimo. Bisogna lavorare per far sì che Roma venga resa non solo bella esteriormente, ma soprattutto bella da vivere, dando l’opportunità alle persone di tornare a poter sognare e di aspirare al meglio.

    Come giudica l’operato dell’amministrazione Raggi?
    Non positivamente. Personalmente non sono affatto soddisfatta dell’operato della sindaca Raggi che, cinque anni fa, si è presentata come una donna giovane e volenterosa di cambiare una città in crisi. Ciò che purtroppo oggi posso constatare, in quanto giovane, donna e soprattutto cittadina romana, è che la situazione non è migliorata affatto, se non addirittura peggiorata, soprattutto dal punto di vista della mobilità, che a mio modo di vedere è l’aspetto più critico data l’inefficienza dei trasporti romani, dei rifiuti e dei giovani.

    Proprio di recente, la Raggi ha dichiarato che Roma è diventata una città sempre più per anziani o persone adulte, come se questo fosse un motivo di vanto, ma non capisce che così purtroppo la maggioranza dei giovani tende a spostarsi verso l’estero o magari verso Milano, che attualmente è la città culturalmente più attiva in Italia.

    Perché, a suo avviso, i cittadini dovrebbero scegliere Roberto Gualtieri come prossimo sindaco di Roma?
    Roberto Gualtieri è prima di tutto una brava persona, che non ha interessi sottostanti. Ha sicuramente esperienza, avendo ricoperto il ruolo di ministro dell’Economia in uno dei periodi più difficili della storia recente e dimostrando di saper gestire le situazioni di emergenza. E in questo momento non esiste un’emergenza più grande di quella di Roma.

    Inoltre è sicuramente una persona trasparente ed è molto lontano da idee di potere e protagonismo che spesso possono dare alla testa. In passato abbiamo visto tanti uomini forti al potere, che hanno fornito un’immagine da superuomini e che poi hanno dimostrato di avere solamente interessi di parte. Gualtieri è spesso dipinto come una persona troppo poco empatica, ma un candidato sindaco deve essere competente e riuscire a saper gestire le difficoltà della città. In più è una brava persona, lontana dai protagonismi del classico uomo, bianco, etero e spocchioso che spesso siamo abituati a vedere in politica.

    Quali sono le priorità che il prossimo sindaco di Roma dovrebbe affrontare?
    Come ho accennato in precedenza, la mobilità è il punto centrale da cui partire. È necessario ripensare alla mobilità non solo dal punto di vista ecologico ma anche e soprattuto etico, dando a tutte le persone la possibilità di muoversi in breve tempo all’interno della città.

    Un aspetto importante da sottolineare è che il trasporto pubblico è importante anche dal punto di vista della salute. Avere mezzi pubblici efficienti ed ecologici, infatti, non migliora solamente la viabilità e la città, ma anche lo stile di vita di ogni singola persona. Poi c’è sicuramente il problema dei rifiuti, che ormai affligge la Capitale da anni.

    Detto dei grandi problemi che affliggono la città, quali sono gli altri temi che le stanno più a cuore?
    I temi riguardanti i giovani e le donne. Roma è la città più bella del mondo, ma a livello di vivibilità culturale e di movida, intesa non come un’accezione negativa, come spesso accade ma come vitalità sociale, culturale e artistica, non offre molte opportunità ai giovani, i quali, se non stimolati sia a livello culturale che lavorativo, scelgono di trasferirsi altrove. Per quanto riguarda le donne, invece, da attivista femminista non posso non sottolineare la gravità del fatto che una donna non possa tornare da sola a casa tranquillamente, ma spesso di ritrovarsi, anche nei mezzi pubblici, in situazioni di pericolo.

    Flavia Restivo con il sindacalista Aboubakar Soumahoro

    Quali saranno le prime proposte che porterà in consiglio comunale qualora fosse eletta?
    Molti consiglieri promettono di fare tante cose senza riuscire poi a realizzare la metà di ciò che promettono. Ritengo fondamentale, per una questione anche di onestà nei confronti degli elettori, che per ogni ruolo bisogna promettere ciò che si è in grado di portare avanti. Per questo la mia idea di programma elettorale include cose che possano essere forti e impattanti, ma che siano anche di facile attuazione.

    Il primo tema è sicuramente quello della tampon tax, che è stato molto dibattuto negli ultimi anni grazie anche all’associazione Onde Rosa, la quale chiede l’abolizione dell’Iva nelle farmacie comunali sugli assorbenti, al momento fissato al 22% contro il 4% del tartufo. Il fatto che gli assorbenti non siano considerati un bene primario non è solo una discriminazione di genere, ma anche un vero e proprio problema economico e sociale. Il ciclo non è una cosa che una donna può scegliere o meno, è un bisogno primario. E dovremmo riflettere sul perché i bisogni primari delle donne passino sempre in secondo piano rispetto a quelli degli uomini.

    Questo sicuramente è un tema importante che intendo portare al Comune subito ed ho già una mozione pronta a riguardo, che è la stessa della consigliera del Pd di Firenze Laura Sparavigna, la quale è riuscita ad abolire la tampon tax dalle farmacie comunali di Firenze, unico Comune finora ad averlo fatto in Italia. Questa è sicuramente la prima delle cose che voglio fare e che è di facile attuazione.

    Perché per una giovane e una donna è ancora così difficile fare politica in Italia?
    Molto spesso si accusano le donne di mettersi poco in gioco, ma quello che dovrebbe far riflettere è che molto spesso le donne hanno molte più pressioni rispetto agli uomini, soprattutto dal punto di vista psicologico e sociale. Io sono riuscita ad arrivare dove sono facendo uno sforzo immenso, che forse è stato il triplo di quello di un uomo.

    Le donne non sono in politica non perché non siano capaci o perché non interessa loro, ma sono talmente pressate che non tutte sono disposte a intraprendere una carriera di questo genere in cui si trovano molto spesso a dover pensare di scendere a compromessi. Questo è il risultato del prodotto patriarcale del nostro Paese: ciò che bisogna fare è normalizzare le figure femminili in politica, perché non è una prerogativa maschile.

    Il discorso è strettamente correlato ai giovani, che in Italia vengono visti come delle persone con poco esperienza o comunque più ingenue, motivo per cui si tende sempre a sottovalutarli, ancora di più se, oltre a essere giovani, sono anche donne. Eppure i cosiddetti millenials sono la generazione più acculturata della storia, ma questo sembra essere quasi un problema.

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