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    Civati a TPI: “Io nel nuovo partito di Fioramonti? No, ora faccio altro”

    Giuseppe Civati, ex segretario di Possibile. Credit: ANSA/MASSIMO PERCOSSI

    Intervista all'ex segretario di Possibile: "Il Pd è passato da Che Guevara a Conte, è un segno dei tempi. Io ora faccio politica da fuori. Renzi? È come una serie, chissà come va a finire"

    Di Giulio Cavalli
    Pubblicato il 2 Gen. 2020 alle 18:25 Aggiornato il 2 Gen. 2020 alle 21:04

    Civati: “Io con Fioramonti? No, ora faccio altro”

    A leggere i giornali stamattina sembra che l’uscita dal Movimento 5 Stelle dell’ex ministro Fioramonti apra una spirale per costituire un nuovo partito nel centrosinistra. Alcuni quotidiani nazionali hanno addirittura scritto che Giuseppe Civati, ex segretario di Possibile e ora semplice militante del partito guidato da Beatrice Brignone, sarebbe uno dei nuovi compagni di Fioramonti. È vero? No. TPI lo ha intervistato.

    Civati, quindi a gennaio fonda un nuovo partito con Fioramonti come scrivono?

    Io sono a casa a fare altro, da due anni. Saluto tutti e ringrazio per la citazione non voluta.

    Però è innegabile che l’uscita di Fioramonti e di Paragone stiano creando le condizioni per nuove formazioni politiche, che ne pensa?

    Non conosco Fioramonti, non ho ben capito cosa sia successo con il Movimento 5 Stelle e ho colto solo il suo disagio grande e articolato con il M5S. Era abbastanza prevedibile che dopo questo uno-due, prima con Salvini e poi contro Salvini, si perdessero pezzi e lucidità. Ora il problema vero è capire se questi numeri sono sufficienti per andare avanti con il governo.

    Alcuni nel Partito democratico, come il segretario Zingaretti, ora sembrano innamorati di Giuseppe Conte…

    Già: dopo Che Guevara, Conte è ormai punto di riferimento irrinunciabile. Mi pare che siamo tutti al pensiero magico: avere trasformato Conte in leader politico è segno dei tempi e della pochezza in cui ci si muove. Zingaretti che tenta di costruire un partito di Conte mi pare che spieghi perfettamente l’epoca che stiamo vivendo.

    Si nota però un certo immobilismo nel centrosinistra: pare che stia al governo senza preoccuparsi troppo delle prossime elezioni…

    Non sta facendo niente. Meglio così piuttosto che combinare disastri. Già questo è apprezzabile. Anche questo è il senso dell’encomio a Conte. Credo che tutto si giochi in Emilia-Romagna: tutti sosterremo Bonaccini perché ci si rende conto che una vittoria della destra sarebbe un segnale irreversibile. Per il resto non mi pare che ci sia nessuna ricerca particolare: un anno fa avrebbe dovuto esserci l’assemblea costituente della sinistra lanciata da Zingaretti, che non si è mai fatta. Stanno risolvendo tutto solo a livello parlamentare. La questione è capire se si risolve tutto così, secondo me no. Tutte le grandi questioni sono sul piatto e mi auguro che le vogliano affrontare, a iniziare dalla questione del clima microscopica. In Spagna hanno fatto un programma di governo che potremmo copiare. Forse basterebbe tradurlo.

    Il suo impegno futuro in politica?

    Andrò a fare campagna elettorale in Emilia-Romagna, abbiamo una bellissima candidata, che è Ilaria Bonaccorsi, e sosterremo questa candidatura. Ci vado da militante. Ormai faccio solo quello. Del resto mi sono augurato la piazza e sono arrivate la sardine, mi sono augurato che non fosse più di moda il bullismo politico, mi sono augurato un impegno per Liliana Segre: direi che funziono, ricandidiamo Civati fuori dal Parlamento, sono più utile.

    Intanto Renzi piccona il governo di cui fa parte. Come la vede?

    Lui ha iniziato esattamente così: è come quelle serie tv, siamo alla decima stagione, bisogna capire come va a finire. Ma avere costruito un governo per buttarlo giù non ha molto senso.

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